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Ho sentito di persone che, sotto ipnosi, parlano lingue sconosciute, altre che hanno avuto visioni future o di luoghi mai visti. Ci credo? ni.... dovrei provare per capire... Mentre dalla meditazione sono sempre stata attratta, fin da che ero bambina, dell'ipnosi ho sempre diffidato un pò...non ti so dire perchè... forse l'idea di non avere controllo su me stessa e peggio ancora, di essere nelle mani di qualche psicanalista con le rotelle fuori posto.. però ....non escludo a priori di provare magari un giorno...:H |
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C'è chi ne faceva e fa uso per "aprire le porte della percezione" ma mi sono sempre chiesta, non avendolo sperimentato, se è considerabile come apertura o solamente si entra maggiormente in sé stessi e la mente "gioca" nell'nconscio facendo vedere/immaginare siuazioni irreali.. Infatti dicono che ci voglia un'equilibrio non indifferente per poter procedere nella ricerca attraverso queste sostanze, si rischia di affacciarsi in ambientazioni che friggono letteralmente il cervello.... Secondo me, non si aprono porte sull'esterno ma solo porte sull'interno. Porte che alle volte creano scompensi psicologici anche gravi.... Un'inconscio forzato all'apertura... Se è stato "creato" questo bagaglio definito in-conscio, dove si riversano per necessità anche paure o situazioni emozionali avvenute ma che devono, appunto per un'equilibrio interiore, rimanere celate... perché portarle alla luce? Mi sembra un po' autolesionismo... non ho mai compreso la necessità di rimestare nell'inconscio o nel preconscio o nel subconscio, ossia in tutto quello che non è conscio alla ricerrca di.... di cosa? Mi piacerebbe comprendere....fiori.gif |
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La repressione delle emozioni, ricordi di situazioni traumatiche, problemi non risolti, ecc. non porta equilibrio, porta scompensi, sono stati studiati dei casi in cui la scissione a livello mentale è stata così traumatica (esempio violenze sessuali durante l'infanzia) che hanno portato certe persone alla schizofrenia. All'equilibrio si arriva attraverso la presa di "coscienza", attraverso il portare a galla le emozioni represse, è necessario vederle, riconoscerle ed accettarle e magari trovare il modo di sfogarle o rendere costruttiva tutta l'energia stagnante (implosa) che hanno prodotto. Se no avrai sempre un lato di te che fai finta di non avere e di non vedere e non arriverai mai a conoscerti a fondo secondo me, avrai sempre e solo una visione parziale di quello che sei in realtà. |
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Oltre a ciò che ha detto Moon, esiste una serie sterminata di meccanismi ben più banali (e quindi meno difficili da vedere) chw subiamo senza rendercene conto. Basti pensare a quando ci rendiamo conto che un determinato tipo di carattere può piacere in un uomo in quanto somigliante (o magari opposto, che è un altro modo di assomigliare) a quello del padre. Il meccanismo automatico che ci rende interessanti questi uomini, prima che ce ne rendiamo conto, è appunto inconsapevole. Una volta visto ci si accende una lucina su molte cose che riguardano le persone con le quali ci siamo circondati e iniziamo, almeno un minimo, ad esercitare un certo dominio. Era solo un esempio... si potrebbero portare cose ancora più banali, dal arrabbiarsi per certe cose e magari altre più importanti no a quel che ci piace nei lavori o negli hobbies e chi più ne ha più ne metta. Magari molte di queste cose che ho detto non sono difficili da scoprire una volta che ci si da bada di farlo. In effetti, nell'inconscio ci sono cose celate meglio e altre peggio... PS: le sostanze psicotrope, più che "aprire porte" spostano il fuoco. Tipo presente i riflettori di teatro? Ma a mio avviso non si tratta quasi mai, se non mai, di allargamento della coscienza. Quindi certo che si deve avere un grande equilibrio... posto che basti. |
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Ho fatto uso di sostanze psicotrope e posso dire (dal mio punto di vista del tutto soggettivo) che non allarga la coscienza. Anche se non posso neppure parlare di coscienza non avendone una...hehehehe
Direi che ti pone in uno stato alterato della percezione della realta'... aiuta a fare un viaggio piu' colorato e vivido di un sogno... punto. Anestetizza il corpo e intopidisce la mente... si vede quello che si desidera ed anche quello di cui si ha paura... Non mi ritengo un esperto... posso supporre che esistano sostanze e sostanze... la mia esperienza mi ha portato sempre a uno stato di dormienza maggiore. Mostri e fate nel paese delle meraviglie... ma non parlerei di "...come apertura o solamente si entra maggiormente in sé stessi"... :C: |
Mi ricordo che, studiando la cultura degli indiani d'America, anni fa, avevo letto che, per alcune tribù, il rito inziatico che permetteva ai ragazzi di passare dalla fase adolescenziale a quella adulta consisteva nell'assumere dei (non ricordo se radici o funghi particolari) che provocavano allucinazioni. Secondo la loro cultura, ogni essere, prima di incarnarsi in umano, viveva tre vite da animale e, durante le allucinazioni i ragazzi avrebbero rivissuto alcuni momenti dell'ultima vita come animale, e dai racconti delle allucinazioni, la tribù avrebbe attribuito al neo adulto il suo nome definitivo (da Toro seduto a Uccello scalpitante, ecc).
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Per quel che riguarda queste sostanze, a me sorge una domanda.. a seguito di quel che ha scritto Moon, ma anche ricordando la Tradizione che ci racconta Castaneda nei suoi libri. Lui ha fatto uso di sostanze psicotrope,seguendo un ben determinato percorso, e non da solo, ma seguito da un Maestro. Mi chiedo quindi, se per determinate persone, che seguono certi tipi di percorsi, esse non possano in qualche modo essere utili. Chiaro che se io domani iniziassi ad assumere sostanze da sola per cercare chissà che, potrebbero solamente essere deleterie..
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Per quello che riguarda i riti sciamanici dell'america latina mi pare di aver letto del Peyote che viene per prima cosa trovato dallo sciamano e assunto sotto la sua guida. In ogni caso non credo sia qualcosa che abbia a che vedere con le tradizioni occidentali ma non sono un'esperta.
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Torno un momento più su nella discussione.
Si è detto che l'inconscio lo abbiamo tutti, che non potremmo essere nel creato senza un opposto al conscio. Dunque non si può parlare dell'inconsio solo in termini di repressioni, di emozioni da far emergere che certamente ci sono ma l'inconscio non è solo repressione di ciò che siamo altrimenti un neonato non avrebbe un inconscio, un bambino sarebbe tutto conscio. Un adulto su isola deserta che non ha rapporti con nessun genere diverso da lui non deve reprimere/nascondere nulla per cui non avrebbe inconscio. I bambini, si sa, vanno educati (purtroppo) a smettere di manifestarsi.. Deve esserci qualcosa di altro in questo inconscio. Il mondo interno di cui si parla sopra che viene vissuto in Coscienza, il mondo che definiamo Sogno che è la nostra natura. |
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Esatto, ecco cos'era..fiori.gif |
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Quello che lessi e la tua domanda mi fa sorgere spontanea una domanda: ci sono delle predisposizioni già nell'inconscio di un neonato? |
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Se io non ho squilibri o anomalie, è giusto che vada a rimestare nel vespaio dell'inconscio con il rischio di ripescare problemi che di conseguenza mi scatenerebbero depressioni, fobie, ansie, malessere generale? E' questo che mi è difficile comprendere fiori.gif nonso.gif Citazione:
Anche con il portare la percezione di te stessa al di fuori, guardandoti dall'esterno... Senza "raspare" appunto:) O no? Citazione:
booh.gif Citazione:
Ampliava appunto questa percezione. Parlava anche del Peyote... Posto che non raccontasse stupidaggini per darsi un tono:) Mah... io rimango un tantino scettica. Se assumo qualcosa che modifica la mia percezione, come posso considerare la stessa frutto della realtà e non una creazione pura e mera della sostanza che ho assunto? Stesso dubbio mi è sorto quando leggevo Castaneda... Poi l'assunzione di queste sostanze modifica per logica anche lo stato fisico (qualcosa in circolo comunque va in qualsiasi modo venga assunta) ed allora... Bah... sono andata fuori tema, scusate...:) |
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Esiste qualcuno che non ha scompensi?
Il discorso psicotropici e sostanze esterne è sempre pericoloso, voglio sottolineare (già fatto da RedW ma meglio abbondare) che in un percorso avrebbe senso solo sotto una guida, il fai da te è impossibile... inoltre... vorrei proprio vedere chi mi trova il peyote puro a Milano, Roma o Canigattì etc... usare cocaina, marijuana o altro non è la stessa cosa. Il discorso secondo me esula dal senso del thread... comunque come accenni per rispondere a qualche interrogativo di Faltea.... Saprai che il nostro corpo produce endogenamente sostanze di tutti i tipi... molte di esse hanno effetti molto simili alle sostanze psicotropiche e alle droghe, l'esempio più classico potrebbe essere l'adrenalina che in caso di produzione abbondante per un qualche episodio che scateni la cosa, ci da l'impressione (non solo l'impressione però e vedremo perchè) di essere invincibili. Non solo l'impressione perchè comunque nel momento della sua entrata in circolo effettivamente abbiamo una lucidità maggiore ed altre caratteristiche che potremmo anche definire superiori... il problema nasce quando qualcuno scoprendo questo cerca di stimolarne la produzione ponendosi in situazioni di pericolo... vedi i vari sport estremi il cui fine sotto sotto è questo, in questo modo il meccanismo si altera, il corpo si abitua a quelle dosi e appena scende il livello si "addormenta".. ne ha fame ed entra nel circolo vizioso di volerne ancora. Quindi entrando più nello specifico poniamo che qualcuno abbia caratteristiche psicofisiche dormienti (e chi non ne ha? icon_mrgr:), un Maestro studiandole potrebbe decidere di utilizzare un catalizzatore... una miccia da accendere... cioè far sperimentare all'allievo degli spostamenti (perchè come detto sono alterazioni, non allargamenti ) di coscienza... Se leggete con attenzione i resoconti tramandati scoprite come c'è un fattore comune, i Maestri spingono sempre verso l'esplorazione di alcune parti del subconscio facendo emergere dei mostri... i nostri mostri... l'effetto è molto potente ma avendo usato sostanze esterne è solo un assaggio... "adesso vedi che c'è, poi devi arrivarci da solo" e può prendere forme diverse (cioè il materializzarsi dei mostri, quando con un percorso lungo può non succedere). Per incompleti che siano come accenni spero che diano un'idea... ma ribadisco: chiunque (in Italia soprattutto.. ma comunque ovunque facendolo senza sapere cosa fa) assuma sostanze stupefacenti, alcoolici o faccia sport estremi, corra come un pazzo in auto, sia sessodipendente etc etc anche se inconsciamente cerca una via, non la troverà in quel modo. |
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credo che sia oltretutto molto difficile trovare persone che non hanno qualche squilibrio, (io non ne conosco per lo meno);) |
E va bene.... tocca sempre a me pignoleggiare icon_mrgr:, tra l'altro avevo buttato una domanda con nonchalance... per vedere se qualcuno raccoglieva
Compensare ed equilibrare non sono la stessa cosa anche se a prima vista così sembra.... è sottile la cosa... molto, per cui dico che è più facile trovare persone equilibrate che compensate... E' un punto importante da comprendere questo, per questo vi lascio tempo... sempre che vi interessi. |
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Se devo equilibrare quindi ho già tutto al proprio posto, dovrò spostarmi.. se devo compensare devo proprio agire sullo scompenso.. la macchina ha qualcosa che non funziona bene, che devo aggiustare e devo intervenire, togliendo da una parte o aggiungendo all'altra.. |
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Compensare invece significa "pesare insieme" quindi nel primo caso l'equilibrio è dato dalla contrapposizione di due forze, nel secondo dall'unione. |
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Per come la vedo io la stragrande maggioranza degli esseri umani è compensata, equilibrati una sparutissima minoranza. Il che non significa che un compensato non scompensi mai, anzi in qualche modo egli è destinato a scompensare. La compensazione può essere esterna o interna ed è qualcosa che che fa da contrappeso ad uno squilibrio che non si vuole o non si sa equilibrare. Una compensazione esterna può essere qualsiasi cosa, dalla mamma/papà, al compagno/a, alla pillolina, all'oggetto transazionale. In campo fisico è una stampella. La compensazione interna può esseree un atteggiamento, un meccanismo che contrasta un altro, una repressione anche. La compensazione serve a produrre uno stato di apparente equilibrio del tutto instabile. Ipoteticamente, nel caso delle compensazioni esterne, esse possono durare molto a lungo, anche tutta la vita, pur se difficilissimo... quelle interne sono destinate a saltare più facilmente. L'equilibrato invece si regge da se, non ha bisogno di compensazioni. Quello che descrive RedW (la cosa della retta) per me è un equilibrato che, di fronte ad un momentaneo squilibrio o a un fattore potenzialmente squilibrante, riporta il sistema in equilibrio. Se fosse un compensatore, piegherebbe anche l'altra parte della retta in modo che sembri dritta o, perlomeno, che non si spezzi. Gli equilibrati son rarissimi perchè devono conoscersi. Se no mi conosco e ho un meccanismo perturbante e risistemo momentaneamente il tutto senza andare a vederloe con minima o zero modifica reale, quella è compensazione (operazione che tra l'altro il compensato deve mantenere attiva più o meno costantemente se no va fuori di testa). Per la domanda: credo che quasi tutti siano soggetti a scompensi (altrimenti sarebbero isolati), solo che l'equilibrato appunto riequilibra, anche a costo di ribaltare il sistema, il compensato mette un puntello e fa finta di niente. |
Mettiamoci d'accordo ok...
Come siamo d'accordo (su questo non ho dubbi) l'uso comune delle parole fa si che queste spesso perdano il valore determinato e preciso e spesso sfumino e vengano interscambiate con altre simili, ma come più volte detto se due parole nascono un motivo c'è. Dunque... abbiamo equilibrio e compenso e le loro varianti equlibrare compensare, squilibrio scompenso etc etc.... Proviamo a vedere in alcune frasi di uso comune quale dei due è più adatto: Gigetto mi ha fatto un lavoretto è giusto che abbia il suo compenso I soldi del mio primo lavoro non bastano compenso la cosa con il secondo lavoro Ho pochi affetti compenso con tanti amici etc etc Posso andare in moto perchè ho un sufficiente equilibrio Temo di lasciare Teresa da sola perchè ha un equilibrio instabile (o anche precario) Il giocoliere era famoso perchè sapeva tenere in equilibrio una pila di piatti su un'asta la prima cosa che salta all'occhio è che compenso non ha bisogno di un aggettivo (sufficiente, instabile etc) e neanche di un verbo (tenere in, ristabilire l', mantenere in, etc etc) ma questo potrebbe non dirci nulla... la cosa che forse può aiutarci meglio è che compensare è un azione che inizia e finisce, può essere ripetuta ma è un'altra compensazione, l'equilibrio indica un gioco di forze che deve essere mantenuto... a parte il famoso equilibrio perfetto che per esempio geometricamente si ottiene se uno sgabello ha almeno tre zampe.... equilibrio però ottenuto tramite la compensazione perfetta delle tre zampe. insomma... io potrei con uno sforzo tenere in equilibrio una moto sbilanciata (che equivale nel discorso a scompensata) ma una moto compensata è equilibrata notare che dire è equilibrato indica lo stato dell'essere equilibrato ma dire persone equilibrate può significare anche che si mantengono in equilibrio se non specificato, anche se ametto sarebbe più preciso dire persone in equilibrio Insomma compenso, compensato etc indica una certa "fissità"... equilibrio una certa "dinamicità" non è precisissimo ma suppongo che sia quello che rende meglio tutto il pappone che ho scritto sopra e che pochi sapranno leggere con attenzione... Se le due cose coincidono allora c'è l'equilibrio perfetto, cosa che coincide anche con una cristallizzazione... la quale potrebbe esistere anche con una totale compensazione non in equilibrio (urca e questa come la "spiegherei"? icon_mrgr:) Provo un esempio, sperando di non essere frainteso, i famosi geni del male.. sono compensati (in maniera particolare) ma non equilibrati Va beh... passerà poco ma tanto rimane qui scritto... è molto importante come concetto, mi ripeto e non perchè l'ho scritto io.... provate a capirlo |
Ok.
Io avevo usato i termini nell'accezione della psicologia moderna, che corrisponde solo in minima parte a quello che dici tu (lo dico anche per quelli che hanno una formazione di questo tipo). Il tuo concetto è, se ho capito almeno un po', parecchio più largo di quello. C'è un fattore comune ai due ed è visibile dall'esempio che porti sui geni del male. Anche in psicologia si dice che sono compensati ma non equilibrati... si tratta della famosa "psicopatia pura", che però è poco più di un'ipotesi. Invece la psicologia allarga questo anche ad altre situazioni, in effetti, adesso che lo hai fatto notare, in modo decisamente impreciso. Essa infatti considera "compensati" stati di non equilibrio (o diciamo di equilibrio decisamente instabile) nei quali lo squilibrio continua a sussistere (squilibrio inteso come forza squilibrante) ma è momentaneamente tenuto a freno da puntelli vari. Stando al tuo discorso non si dovrebbe parlare in questi casi di compenso ma di "copertura" semmai... un po' come gettare la polvere sotto il tappeto. Tornando a quello che dicevi tu invece, che non mi pare mi sia entrato del tutto, i compensi dovrebbero portare (o ri-portare) all'equilibrio e sono azioni singole e dirette che o ridanno l'equilibrio o consentono un avvicinamento ad esso. La differenza grossa è che, se ho capito la dinamica del tuo discorso, l'equilibrio raggiunto tramite compenso è sempre un equilibrio diverso da prima, necessariamente un equilibrio (sempre dinamico) più vicino a quello perfetto, dato che il compenso va a restituire quel che lo scompenso ci ha portato... che è sempre un'aggiunta. Quindi il sistema, raggiunto un nuovo equilibrio, sarà più "largo" di prima. Viceversa, il compenso che non porta equilibrio (che non sarebbe vero compenso) è simile a quello che dicevo prima (ma cmq il mio era più ristretto) dato che ricerca lo stato precedente (mantenimento dello status quo) e/o fissa uno stato di squilibrio impedendo di fatto, in questo caso, un nuovo equilibrio (a meno di "solvere" di nuovo proprio tutto). |
Uff ho bisongo di dire la mia anche se ho capito poco martello.:
Se uno ha un 'ernia al disco il dolore lo porterà a camminare storto con l'andare del tempo il corpo per mantersi in equilibrio andrà a compensare stortandosi, mettendonsi fuori assetto. Divenendo così un equilibrio che non è originale ma compensato. Per poter togliere la compensazione si dovrebbe eliminare ciò che l'ha fatta entrare in azione. Questa è una compensazione meccanica. Il subacqueo appena si immerge inizia la compensazione dell'azione della pressione dell'acqua sul timpano. Spingendo dal di fuori con una tecnica ristabilisce l'equilibrio originario del timpano. ( che tra l'altro è sede dell'equlibrio fisico) Quindi compensare è una azione di ripristino o di reintegro di qualcosa che si era perso o sti stava per perdere in equilibrio. Compensazione con tecnica. La stessa potrebbe essere rapportata al comprendere ciò che ha portato al comportamento anomalo dell'uomo, del suo reagire... questo farebbe si che ogni volta che gli si presentasse davanti agli occhi la reazione lui compensasse con la compassione nata dalla comprensione. Con il ripristino dell'equlibrio originale. |
Citazione:
Io sono proprio fuori pista..:U .... ormai comincio a pensare che il mio quoziente intellettivo non sia abbastanza alto per starvi dietro...piango.gif Sob....nonso.gif |
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