Chi si accontenta...
Chi si accontenta... dorme. A meno che non impari a non addormentarsi subito dopo aver goduto. icon_mrgr:
Scherzi a parte, che ne pensate? A me il termine "accontentarsi" è sempre piaciuto assai poco... alla fin fine concordo con Ligabue (chi si accontenta gode... così così). |
Un imprenditore piemontese ha fatto fare per tutti i suoi dirigenti un piccolo quadro con scritto all'interno 'si ottiene ciò che si accetta'...
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sono dacordo...chi si accontenta affida ad altro il
suo dormire...fare...crescere.... in poche parole chi si accontenta rinuncia e subisce... comunque se lo fa son cavoli suoi...in qualche modo ha deciso di rinunciare....nonso.gif secondo me...è proprio chi si "accontenta" che non è mai contento....e incolpa qualsiasi cosa...dal fato al vicino al capufficio.... |
detta così non significa assolutamente niente,
di cosa si accontenta e ovviamente in base al soggetto. dire chi si accontenta gode non dice niente. bisogna specificare CHI e di cosa si ACCONTENTA |
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Chi si accontenta non fa nessuno sforzo per ottenere di più e si gode quello che ha: in effetti detto così in generale fa pensare a uno che dorme e a quello che si racconta per non fare della fatica. A meno che non sia un momento in cui tutto sembra avverso e allora aspetta il tempo giusto per muoversi senza disperare e correre il rischio di non apprezzare nemmeno quello che ha.
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Ma io ho sempre interpretato chi si contenta gode come chi si accetta per quello che è gode nel senso che non si strugge inutilmente.
Se ti danni per qualcosa ma non sai o non sai come fare di certo non godi. Se invece sai cosa sei e quanto puoi ogni cosa in più che riesci a fare godi. Se invece ti poni un obiettivo ad esempio un atleta che vuole dare sempre il massimo della prestazione non può fermarsi a godere che per un attimo per poi riprendere l’allenamento e migliorarsi in continuazione. |
Citazione:
se poi diventa una buona scusa per non muoversi, e restare al caldo, allora sì che è dormire... ma se si accetta davvero la propria condizione, significa vivere serenamente, senza per questo dimenticare che c'è un margine di miglioramento.. :C: |
E se il troppo pretendere da se stessi porti al non apprezzare mai quello che si ha fatto? E' giusto volere sempre di più, ma ben sapendo cosa si ha già fatto.
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se per te va bene il detto così come è generico fa niente. |
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Ma chi sa davvero cosa realmente ha già fatto? E' facile raccontarsela per lasciarsi indugiare a godersela... al di la di questo però io ho sempre visto l' "accontentarsi" come una specie di seconda scelta... un tenersi quel che si ha invece di investirlo (e rischiarlo) per ottenere di più, quasi un fermarsi. Interessante che tutti lo vedano un po' in modo diverso. |
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Io ad esempio mi trovo concorde con ciò che dice Gris e ulteriormente specificato da Red. Il miglioramento quindi è visto secondo me, da questo punto di partenza, come funzione della valutazione che si da/fa in un determinato momento per raggiungere un determinato punto. E' ovvio che se mi trovo " arrivato" ad un punto e questo da me viene assunto come " fine" ecco che l'accontentarsi diviene, per l'appunto, la tappa finale, quasi rassegnazione inconsapevole direi. E' altrettanto vero che l'equilibrio dovrebbe essere il luogo all'interno del quale, da un lato, ci si accontenta di quel che si ha e, dall'altro, si fa ancora di più per migliorare la condizione nella quale ci si trova in maniera tale da spostare il limite dell'accontentarsi. E' singolare anche il tuo punto di vista, Ray! Cioè dici che accontentandosi si evita di rischiare ciò che si è costruito per, casomai poichè non è detto, cercare di fare/avere di più? Come se anzicchè accontentarmi del fondo obbligazionario, tranquillo che mi da un interesse ragionevole, prendo i soldi e li investo in borsa " rischiando" quello che di saldo ho precedentemente costruito per avere un risultato maggiore? Il rischio potrebbe essere visto come input a non...dormire? |
Il mio sarà anche un punto di vista singolare per carità, ma per me accontentarsi significa almeno in parte rinunciare.
Certo che se non trovo lavoro e sono spinto da necessità mi accontento di quel che trovo mentre cerco altro. Questo sarebbe il discorso di Lion... è che di solito chi si accontenta poi trova mille scuse per non cercare altro e continua indefinitamente col lavoro magari sottopagato che però a quel punto è ancora una necessità urgente? E poi nel proverbio non si parlava di necessità ma di godimento... l'accontentarsi è spesso tirato in ballo a proposito del desiderio... accontentarsi della ragazza carina quando si vorrebbe la bellona (ma intanto ce l'hai no?... logica liceale), accontentarsi del motorino quando si potrebbe magari fare uno sforzo e prendersi la moto, accontentarsi della pizza a domicilio invece di fare uno sforzo e cucinarsi un pollo alla diavola e chi più ne ha più ne metta... non dico che non si deve mai mangiare la pizza a domicilio. Anzi no, lo dico invece. Tolta la necessità (come dicevo sopra) accontentarsi della pizza se posso avere il pollo alla diavola non ha senso... accontentarsi non ha senso mai... |
Accontentarsi invece, secondo a che stadio ci si trova nella vita si può e si deve, perchè non si va ad esercitare quel lato materiale che vuole sempre dippiù, identificato anche con uno dei vizi capitali.
Senza con questo voler dettare le regole a nessuno, semplicemente è un mio pensiero. |
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anche per me chi si accontenta...cede le armi....come gia detto.... se cerco lavoro e non trovo altro....certo che mi accontento....parzialmente però....sto sempre con un occhio attento ad un eventuale miglioramento... faccio domande...invio curriculum...ecc... certo che...se mi lamento...e mi dispero senza fare altro...il mio lavoro sarà sempre quello insoddisfacente..... "aiutati che il ciel t' aiuta" vorrà dire qualcosa no? l' altro "accontentarsi" quello di Red...per intenderci.... lo condivido quando non puoi fare altro...perchè non dipende da te....esempio:"vorrei essere alta bionda bella e con gli occhi viola" enno....qui neanche san Gennaro mi può aiutare.... quindi? non mi faccio film...è amo la mia gnomitudinediavolo.g: ma anche in questo caso...qualcosa posso fare... che ne no? mantenermi in forma con una buona dieta... parrucchiere e robe simili....:sornione: |
Fare il possibile per migliorare la propria posizione, si.
Eccedere e volere sempre di ogni cosa di più e non accontentarsi mai, no. |
Quanto mi piace capire il significato delle parole.... :H
se contentare significa soddisfare o qualcosa del genere.... quella A davanti che vuole? Inoltre mi ispira quel tentare alla fine :@@ |
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Prendendo in considerazione " Con-tentare", beh.. potrebbe significare, come dici, " soddisfare " i desideri si ma di qualcun altro. Per l'appunto, tendere a soddisfare, un " tentare con "! "Tentare" nello specifico, invece, potrebbe significare la circostanza nella quale si vuole distogliere l'attenzione puntandola su altro. Una " Tent-azione" ad esempio ossia un'azione tendente a... cioè volta a o cercare di raggiungere o, ancora secondo altra traduzione , a cercare di tenere addirittura. Ho visto un po in giro ed " Accontentare" viene posto sia come verbo transitivo e sia come intransitivo. Da questo ultimo se cerco di analizzare la " A ", questa potrebbe essere definita come un << " contro " -tentare >> vale a dire che, se analizzo l' " accontentarsi ", ciò assume una forma che tende a cristallizzarsi in quello il quale per me ha una valenza quasi come se fosse un fine.. cioè forse un obiettivo raggiunto! |
Io quella "a" davanti la vedo come un privativo (a-fono ecc.), ma lo sapevate già come la penso...
cmq l'etimologia corretta credo che sia qualcosa come ad-contentum (quindi ad come verso, in direzione di), non so, controllerò. |
Infatti.. non ho cercato l'etimologia moderna e neanche dato interpretazioni.... perchè comunque a quale scopo aggiungere un "verso" o una privazione?
Evidentemente dando per non stupido colui che ha coniato la parola c'è qualcosa oltre il contentare... o in meno... in ogni caso che sia A privativa... o che sia "verso" significa che manca... che non è. l'acconto anche chiarifica.... conto stesso in conte-ntare.... che però visto nella finale diventa tentare.... il tentare che è ben più apertamente plurivalente di tento e tentazione.... lo stesso verbo assume un senso diverso se riflessivo o meno.... se tento io è un discorso se mi tentano è diverso.... Uniamo tutto al "conto" e si può iniziare a trarre delle conclusioni |
o mettere da conto
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"si può iniziare a trarre delle conclusioni" :D
si possono iniziare... però... pur avendo sbagliato sintatticamente... mi da l'idea per uno dei prossimi argomenti :wow: |
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In entrambi i casi pero' è comunque un "riempire" ammetto di essere piuttosto confusa sull'argomento :U |
Partendo da ciò che ha detto Red noi di solito cerchiamo di accontentare gli alltri per piacere.
Se mi accontento, invece di accontentare gli altri, ovvero smetto di fare in funizone di... ma inizio a fare in funzione mia mi accontento ( contento me sano egoismo) e non accontento più gli altri e nel farlo siamo tutto contenti. icon_mrgr: Boh ho le meningi che fumano. leggo.gif |
il contentarsi è sempre un tentare qualcosa anche se sembrerebbe immobilismo, appunto con_tentare.
In questo caso il tentare è tentare di non crescere. |
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Vera la cosa che contentarsi e accontentarsi sono diversi anche se spesso di dizionari li danno per sinonimi (secondo me Ayn in tutto il tread parla di contentarsi e non di accontentarsi...). A- indica una mancanza, come è stato detto. Si possono certo trarre conclusioni ormai, anche se non è che abbiamo stabilito cosa vuol dire contento. Uno dei significati è "contenuto"... |
Accontentare... ovvero... tentare verso il conto…
Quindi... il detto "Chi si accontenta gode" puo' essere tradotto... Chi si… mette a tentare verso il conto ne gode i frutti… Ovvero chi si mette all'opera verso la... oppure tenta... tende verso... gode dei frutti ottenuti dai suoi sforzi per... ecc... manata.gif Aggiungo: Per Ray... io la tradurrei cosi'... con-tenere... tenere insieme... con-tenuto... tenuto insieme... fare un insieme di cose. |
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Ma continua a suonarmi meglio la seconda, una cosa come "si può iniziare a leggere dei libri", mi suona meglio "si possono iniziare a leggere dei libri" il fuoco lo vedo in conclusioni e libri e non nell'azione-verbo, magari sbaglio... o vanno bene entrambe le forme... comunque sia, mi ha ispirato una prossima disc :H ----------------------------- Ok ci siamo fissati sulla prima parola... ma il "gode" ?? Messe insieme le due parole danno il senso completo... senza scendere in particolari imbarazzanti icon_mrgr: (che voi penserete diavolo.g: ) quando arrivi al godimento non puoi andare oltre... finito... puoi solo tornare indietro..... Che ci sia qualcosa di diverso possibile? :sornione: |
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Non gode nel fare ma nel concludere? |
Altra interpretazione, la felicità è accontentarsi o contentarsi, e questo riferito non già ad una azione o episodio ma alla considerazione di una posizione sociale e altro, in definitiva accettare il proprio Karma.
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C'è però da considerare che, se per esempio, scaliamo un monte, una cosa è "godere" quando si è arrivati in cima, altra cosa il "godimento" della salita... come dici, una volta arrivato posso solo ridiscendere... Sul contentarsi, il nesso con i conti che accenna Grey c'è eccome. Basti pensare a quando accontentiamo un bambino... alla sua richiesta vediamo se possiamo accontentarlo, ovvero facciamo i conti... ho abbastanza soldi, merita o non merita, ho tempo di portarlo ecc. Per la questione sintattica se hai in mente altri tread è inutile continuare. Comunque non è questione di ignoranza ovviamente, anzi, è una faccenda non immediata da districare. In "si può iniziare a leggere dei libri" il si può è retto dall'iniziare e non dai libri (si può = è possibile mentre si possono = sono possibili... sono possibili iniziare suona male). Il fuoco lo mettiamo noi nel costruire la frase. Così la scrivo se voglio porre l'accento sull'iniziare. Se invece volessi porlo sui libri dovrei ribaltare la frase, magari togliendo il "dei"... si possono leggere libri per iniziare o qualcosa del genere. |
A me tutto questo discorso a riportato alla mente questa discussione sulla tensione:@@
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Mi viene in mente chi non è mai pago delle cose che ha (o di come è) e ne vorrebbe un'altra e un'altra ancora... quindi non è mai contento... mai soddisfatto....
Queste persone forse sono più sveglie delle altre ma non sanno godere delle gioie della vita, cercando sempre qualcosa di più.... si perdono qualcosa per strada... Accontentarsi a mio vedere non vuo dire rassegnarsi o rinunciare, ma godere di quello che si ha.... L'essenziale è vivere appieno e con quale atteggiamento si vede la bottiglia mezza piena o mezza vuota.... |
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Ma come ribalteresti la trazione delle conclusioni? Perchè se non si può ribaltare... ------------------------------------------------------------------------------------ Tornando a tema.... e vedendo anche l'ultimo di Stella.... Le persone che non sono mai appagate da ciò che hanno non possono essere più sveglie, perchè tutta la loro attenzione è concentrata su quel voler minuscolo... allo stesso modo di quelli che sognano e vivono in un mondo tutto loro. Il senso del godere che stavamo cercando di dare però è diverso, non è la ricerca di qualcos'altro, semmai il contrario... essere in grado di non essere costretti al godimento di quello che si ha per forza, subito, senza scampo..... So che è un concetto un pò complicato.... ma una cosa non ti basta e ne vuoi una nuova proprio quando hai goduto di quella vecchia, in qualsiasi campo si voglia indagare... a volte si può ripetere la dinamica per riassaporare lo stesso godimento a volte neanche quello. Spesso ci si perde in quelle che si possono definire s... mentali, cioè non si vive più la realtà ma si fa si che lo faccia la mente riproducendo il godimento finale senza la soddisfazione. Non ditemi che non avete mai provato questa sensazioni in alcune esperienze..... Sopra ho scritto "essere costretti al godimento"... perchè nella soddisfazione piena si arriva ad un punto in cui non siamo più in grado di gestire la cosa, anche il corpo non ce la fa... il godimento fa da valvola di scarico... si potrebbe dire che la giusta soddisfazione è una situazione di pareggio, il godimento (ciò che porta al godimento) è un'eccesso rispetto a ciò che siamo in gradi sostenere. Serve questa situazione per aumentare i nostri limiti.... ma uno che godesse sempre, troppo e subito si esaurirebbe senza poter mai alzare il suo limite e cercare di arrivare a ciò che qualcuno poeticamente definisce "orgasmo cosmico". Ah... notate che God in inglese è Dio.... Non sono sicuro che si capisca tutto il senso.... ci torniamo... |
Citazione:
______________________________________________ è il prolungamento della frizione quello che mi fa rimandare il godimento no? |
In pratica non si può ribaltare senza cambiare.... ok...
-------------------------------------------- Si la frizione... per qualcuno potrebbe sembrare negativo... in realtà la frizione più efficace è quella che non brucia e funziona meglio se non si scalda troppo. |
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Per forza, se no prendi fuoco...
.............anche di S.Antonio icon_mrgr: |
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