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Vecchio 09-06-2011, 00.08.54   #8
webetina
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Mi è venuto in mente che quando ero ragazza una sera col mio fidanzato ci appartammo in macchina al buio mentre pioveva. Dopo un pò una macchina dei carabinieri si fermo dietro a noi coi fari sparati, uno di loro scese e puntando la pistola verso finestrino ci intimò di scendere subito dalla macchina. Non prima di esserci ricomposti scendemmo. Era un periodo in cui si accanivano con le coppie. Mi chiesero di chi ero figlia e conoscevano i miei, Uno accompagnava la moglie nel negozio di mia madre ed io me lo ricordavo. Fu brutto, capitò dopo che lo incontrai ancora, sapevo che non avrebbe detto nulla a mia madre, ma la sua gentilezza particolare intrisa di tacita intesa era peggio di una pugnalata. Allora davo molto valore a queste cose.

Dico... ma è possibile che dopo tanti anni devo scoprire un gendarme ancora annidato dentro di me che si precipita a dirmi che sto facendo atti osceni in luogo pubblico?

Cosa desidero e cosa condanno al tempo stesso dentro di me?
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