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Originalmente inviato da Sole
Oltre a questo io riflettevo anche su altro aspetto della questione. Non sentiamo amore e riusciamo a sentirlo solo dandolo, ma allora se la mancanza è nostra è noi stessi che dobbiamo riempire di amore, autoamarci per così dire, cosa che inevitabilemente si trasferisce sugli altri.
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Il "trucco" non sta nello scegliere meglio il destinatario dell'amore (noi stessi invece dell'altro) anche se forse all'inizio non possiamo fare che così. Il trucco dicevo sta nell'amare e basta, senza preoccuparsi prima di chi. Quando non lo si prova l'amore, si può tentare di connettersi al suo flusso proprio grazie a qualcuno che "amiamo" più o meno a sprazzi (noi, l'altro, l'animale...) o con la commozione che può derivare dal considerare qualcosa (dal tramonto al sacrificio Cristico al gesto caritatevole letto sul giornale a qualsiasi cosa). Connessi al flusso l'amore passa attraverso di noi e ci riempie e va dapperutto a meno di direzionarlo, cosa che spesso non riusciamo a non fare. Il problema è che reggiamo quel che reggiamo e che basta la minima quisquilia per ricadere nel nostro "importantissimo" personale, fuori dal flusso.
Anzi, spesso sarebbe meglio proprio dimenticarsi di se stessi, come bersaglio dell'amore, nostro o altrui, e concentrarsi su ciò che troviamo in giro e ci sembra "meritevole di amore".