Discussione: Pregare
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Vecchio 01-09-2011, 17.49.37   #33
Ray
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Originalmente inviato da Astral Visualizza messaggio
Quindi il fedele proietta all'esterno su queste entità, ma queste entità non esistono?
L'esoterista prega la parte divina che è in se?

Io pensavo fosse questa la principale differenza. Un cattolico crede in un dio esterno e personale per esempio, chi segue un percorso esoterico, pensavo di no, che credesse nella divinità dentro di se (anche se detto cosi sembra new age).
Dio, lo Spirito o quel che vogliamo è dentro, è fuori? E' altro-da-me o no? E' dappertutto o localizzato? eccetera... queste sono domande che molti si son posti e che sono state oggetto di enormi discussioni teologiche e non da millenni.

Come stanno realmente le cose? E io che ne so...

Per altro, il punto di vista esoterico ci dice che dobbiamo modificarci affinchè lo Spirito si incarni sempre più in noi e che la Realizzazione c'è quando si incarna "perfettamente". Ci dice anche che lo Spirito è in noi però... e, almeno apparentemente, le due cose sono in contraddizione.

In realtà non lo sono. Il problema è sempre dato dalla stessa cosa: il nostro limitatissimo punto di vista, unito alla convinzione più o meno radicata di essere qualcosa di a se stante.

Era emerso anche in qualche altro tread... ci si chiedeva se lo spirito era parte di noi, cosa che implicava, se mi ricordo bene, che c'erano altre parti non spirito e via così. Avevamo accennato al fatto che il punto di vista spirituale, come quasi sempre accade, ribalta le cose: siamo noi ad essere parte di Lui.
Questo risolve molti problemi (anche di carattere causale, ma bon, qui non c'entra): lo incarniamo ma in minima parte. Se lo incarnassimo zero saremmo carne morta, se riusciamo ad incarnarlo perfettamente siamo realizzati... siamo Lui (e non più noi... anche qui sta la paura, la difficoltà, il rifiuto). Ovviamente, siccome noi siamo parte di un tutto e le separazioni sono illusioni date dalla nostra percezione di un qualcosa che necessariamente avviene dall'interno, lo Spirito è sia dentro che fuori di noi, posto che dentro e fuori abbiano un significato decisivo e non siano frutto di quelle percezioni di cui sopra. D'altronde, sempre la spiritualità, ci dice di fare il dentro come il fuori...

E' evidente che finchè siamo immersi inestricabilmente nella convinzione della separatezza tenderemmo a pregare qualcosa di esterno, possibilmente che abbia alcune caratteristiche di concretezza... Gesù era per noi anche un uomo che ha incarnato perfettamente lo Spirito, ma noi non siamo Gesù. D'altronde, pregandolo, anche se non sappiamo bene dove indirizzare la preghiera (cosa del tutto inutile, dato che il punto semmai e a chi indirizzarla) speriamo più o meno consapevolmente di far risuonare "il Gesù che è in noi". Come dire che alla fin fine molti di questi problemi concettuali sono più trappole mentali che altro anche se possono funzionare ottimamente da spunto riflessivo.

Boh, non so se è più chiaro, magari parlandone ci chiariamo tutti un pochino.
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