Citazione:
Originalmente inviato da nikelise
Ho visto il film .
Bello e particolare .
Non sapevo che Jung fosse recidivo e che ebbe una relazione lunga anche con Toni Wolf dopo la rottura con Sabina Spilrein .
Ne esce uno Jung grandemente tormentato ed in lotta con se stesso per non dire in continuo conflitto con la sua parte bassa , la sua ombra e la sua parte animale .
In effetti il libro rosso affronta , con l'analisi dei suoi sogni , in modo estremamente approfondito l'evoluzione di queste tendenze , la lotta interiore che ne segue e la prospettiva nuova che ne dovrebbe scaturire nella limitazione di queste tendenze .
Limitazione vista come sacrificio da portare , come una croce sulla quale immolarsi ad imitazione della vita di Cristo .
Ma lui non mi pare si sia grandemente limitato .
IOnoltre queste donne si dedicarono a lui senza timore di compromettere la loro esistenza .
Ma ce ne furono altre anche se non amanti ; la Von Franz , Hanna ed altre ancora che lo seguirono ed aiutaono nei suoi studi e diventarono grandi psicologhe o intellettuali .
C'e' un libro sulle donne di Jung di Nadia Neri con una recensione interessante pubblicata in rete .
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Secondo me ci sarebbe da disquisire per ore su questo film e anche su il resto.
Le donne che ha aiutato a diventare psicologhe a cui è riuscito a togliere il "superfluo" che impediva a loro di sbocciare pur creandogliene dell'altro anche se diverso.
Del comportamento contrario a quel che si dice e di cui abbiamo parlato noi più su, di non avere rapporti intimi con le proprie pazienti
Dell'uomo integerrimo che fa del suo nero un contributo per la psicoanalisi o una scusa per dare spazio al proprio nero?
Insomma c'è materiale su cui riflettere