Io avrei bisogno di una definizione soggettiva di odio, non oggettiva.
Rancore, rabbia, insofferenza sono cose che capisco e comprendo. L'odio no, e sicuramente l'ho provato ma secondo me gli ho dato, dall'alto della mia supponenza, una definizione diversa ed errata.
Oggi sono arrabbiata con mio marito e non so perché... Non proprio arrabbiata quanto infastidita ed ora devo passare a ritroso sabato e domenica per capire che tasto ha schiacciato per scatenarmi ques'insofferenza..
(uffaaaaaa ... già è lunedì...puff!)
Mi capita spesso questa sorta di fastidio senza motivazione chiara. Poi mi trovo a confrontarmi con lo "scatenatore" e mi accorgo che è lui/lei la sorgente della mia rabbia ed allora gratto, gratto, gratto finché non si palesa quella frase o quel gesto passati al momento in sordina ma che hanno lavorato al punto da scatenarmi questo stato d'animo.
Stato d'animo che posso ignorare solo se la persona in questione "lo scatenatore" è lontano, se è vicino martella finché non trovo la causa, che spesso è un'autentica sciocchezza. Lo scoprire mi da un senso di sollievo enorme, leggerezza. Magari richiede un confronto, magari no.
Ma è come un campanello d'allarme snervante.
__________________
Non ho bisogno di chi la pensa come me, ma di crescere aprendo la mente a diversi modi di vedere e di pensare.
|