E su questo argomento ci prenderemo per i capelli ?
Intanto cito un dato di fatto :
i giovani italiani i migliori presumo non esitano un istante ad andare a lavorare all'estero ( quindi mobilita' massima ) in posti dove la garanzia del lavoro e' di gran lunga inferiore a quella che c'e' Italia .
Questo e' un fatto .
Cosa significa ?
Che il posto fisso e la mobilita' sono del tutto accettati se in cambio si offrono migliori opportunita' di lavoro non solo retributive ma anche di qualita' del lavoro .
Se e' cosi' per i migliori giovani non puo' non esserlo anche per chi sta nella media modificando proporzionalmente obbiettivi retributivi e mobilita' all'interno del nostro paese .
Voglio dire che ad un giovane nella media non si chiedera' di andare in Inghilterra ma da Venezia a Firenze per una retribuzione un po' migliore e non significativamente migliore .
Allora se come pare non si tocca solo la regola del mercato del lavoro ( cosa sbagliata ) ma l'intero sistema , se si avesse cioe' un sistema funzionante nel senso che sia in grado effettivamente di distruggere e creare posti di lavoro di continuo , allora la mobilita' in entrata cioe' spostarmi ed in uscita cioe' licenziare , dovrebbero essere provvedimenti giusti .
Ho l'impressione pero' che il NO a questi provvedimenti siano legati ad abitudini sbagliate al legame col territorio e con la famiglia d'origine ecc.
Cosa ancora piu' sbagliata .