Visto che siamo in psicologia, potremo parlare della sofferenza come della risultanza di una non accettazione o sopportazione di determinati avvenimenti.
Cosģ come da un fuoco che sopportiamo ci arriva calore e benessere, da un fuoco che non siamo in grado di sopportare (troppo forte per noi) ci arriva sofferenza e patimento.
Ma č davvero impossibile evitare la sofferenza? O magari come dice Uno, previa adeguato allenamento, potremmo farne a meno?
Beh, innanzitutto potremmo vedere come la stessa situazione produca effetti diversi in persone diverse, e gią questo potrebbe suggerire che non č la situazione in sč a determinare sofferenza ma siamo noi a generarla. A Tizio esempio muore un genitore, e si dispera, mentre Caio accetta serenamente la cosa senza drammi. Quindi non č la perdita di un genitore la causa della sofferenza, ma semmai l'incapacitą di Tizio di sopportarla.
Eppure č pazzesco che esistano persone che temono la morte... sarebbe come se esistessero dei pesci che temono l'acqua. L'acqua č l'universo in cui sono immersi i pesci, la morte č l'universo in cui č immerso attualmente l'uomo... Eppure egli la teme, teme la sua natura...
Che la vera causa della sofferenza quindi sia la mancanza di conoscenza di se stessi? Che l'uomo soffra e sia destinato a soffrire ancora per chissą quanto, solo perchč non č cosciente di quello che č, e di quello che potrebbe Essere?
Domande retoriche ovviamente.
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