Citazione:
Originalmente inviato da Kael
E perchè aver paura di questo giudizio, se noi non ci "identificassimo" in esso?
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Il punto mi pare che sia questo; la identificazione di se stessi con il giudizio che gli altri danno è si, da un lato, sinonimo di debolezza ma dall'altro presenta una facciata che deve essere evidenziata, secondo me come una sorta di " rispetto " che si cerca nella controparte e nei giudizi che questi danno.
Una sorta di plauso che faccia ricordare ( anche se poi il ragionamento puo essere fatto a vari livelli ) che in quel " momento " ci siamo; che anche quello è un momento di popolarità il quale ci " permette" di non passare inosservati.
La reazione, in risposta, che si crea da un atteggiamento nel quale ci accorge di non essere considerati per certi versi è anche " normale "; in altri termini è ovvio che il non essere considerati porta scompiglio in persone che hanno bisogno di " un bagno di platea " anche se questa fosse composta da uno solo. Egocentrismo è ciò che Red ha sintetizzato meglio.
Domandi come uscire da questa limitazione?
Beh...credo che bisogna ( appunto ) considerare l'attenzione su se stessi ma mi pare che questo sia molto complicato.
In genere chi è " bagnato dalla platea " diffficilmente si discoterà da questo non tanto come azione in se quanto come attribuzione di giusto peso in relazione al momento ed all'evento....