Accettazione...
Alla fine non sono gli altri che non accettiamo, ma i vissuti nostri che questi ci provocano.
Non è Tizio che non accetto. E' la rabbia, o il fastidio, o l'antipatia che escono da me, che non accetto. Tizio non fa altro che farmi uscire tali emozioni meccanicamente, e io di solito lo incolpo anzichè essergli grato di far uscire quelle parti di me che non conosco e respingo.
Non ci si relaziona quasi mai obiettivamente.
Ci si relaziona sempre con se stessi, con quei vissuti cioè che Tizio mi provoca, ma che sono miei. Io non mi relaziono con Tizio ma con quello che Tizio fa uscire di me.
In definitiva non sono gli altri a "infilarci" dentro delle emozioni.
Sono emozioni che sgorgano da noi, dal nostro essere.
E finchè non accetterò me stesso, nella mia totalità, troverò sempre qualcuno che mi darà l'illusione di essere diverso e diviso da me...
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