Discussione: Sofferenza
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Vecchio 26-07-2006, 07.09.07   #50
coccinella
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Non so se la sofferenza mi trasformerà da bruco a farfalla. Il punto è che spesso e volentieri sento che ciò non è più importante per me. Anzi niente è più così importante. Io credo, rispondendo a Kael, che il lasciar andare possa avvenire, ma non senza sofferenza, alla cui base, riferendomi alla perdita di un figlio, c'è sicuramente un attaccamento che è nella naturalità delle cose, che è, non so come dire, di tipo genetico-fisico(avete letto "Il gene egoista?") che nella madre poi è sicuramente diverso (e sicuramente centuplicato)da ciò che può essere per il padre. Non è che al figlio la madre ha dato tutto, è che il figlio è della stessa sostanza (..non vi ricorda qualcosa?) ...della madre e la sua morte diventa, proprio dal punto di vista fisico, anche la morte della madre. Io conosco la morte perchè mi è entrata dentro, per questo ho la presunzione di aver capito la vita.
Sono diventata cinica, ma una cinica, non so come, ancora in grado di amare, tuttavia senza aspettarmi alcunchè, e senza dare alcuna importanza al mio amore, al vivere o al morire, al diventare questo o quello.
La vita per me ora è una sfida che però, allo stesso tempo, non mi interessa di vincere o perdere.
In questo sono molto in sintonia con Don Juan, e UG che guarda caso, pure avevano perso un figlio.
Un tenerissimo e solidale abbraccio a Lupa, Ellebi, e tutti coloro che hanno vissuto e vivono questo indicibile dolore. A chi ha conservato o trovato la fede in Dio, posso solo dire coltivatela come un fiore prezioso, perchè sicuramente da essa potete trarre un'enorme forza. A chi come me, non l'ha mai avuta o l'ha perduta, la strada che rimane da affrontare si apre davanti a noi con un bivio: vuoi vivere o vuoi definitivamente morire?Devi scegliere.
Io ho scelto di far vivere quella parte bambina di me stessa, che ne ha il sacrosanto diritto e che(rispondendo a Uno) non è nè madre, nè figlia, nè moglie, nè amica: è il mio sè primordiale, che fondamentalmente è un essere naturalmente FELICE e per il quale ora, mi autorizzo a vivere con tutta me stessa, osservandomi nel dolore sempre presente, ma da cui intendo(anche se sempre non ci riesco) fargli prendere le distanze.
Coraggio!
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