Discussione: Sofferenza
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Vecchio 26-07-2006, 22.02.59   #52
coccinella
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Rispondo a Uno

- ….potenzialmente anche un padre potrebbe soffrire 100 volte più di una madre…..

Potenzialmente è possibile tutto e il contrario di tutto; per me cmq c’è una differenza biologica fra l’essere madre e padre anche se sicuramente può accadere anche ad un padre di soffrire più di una madre. Ma a questo tipo di sofferenza, che sicuramente può appartenere ad entrambi i genitori, volevo aggiungere che c’è quella che deriva dalla rottura di un legame fisico/biologico esistente solo tra il figlio e la madre che lo ha generato, allattato e, in genere, allevato.
Che dopo questo accudimento abbia determinato l’esclusione dell’uomo o l’acquisizione di una forma di potere da parte della donna, o di una compensazione ad un rapporto di coppia insoddisfacente o,.. o,… o, …. in questa sede non ci interessa. Resta il fatto che una diversità biologica c’è. Sicuramente il contesto sociale in cui viviamo, e che finalmente sta invertendo la sua rotta, l’ha enfatizzata. Ma questa diversità c’è. E lascia un segno diverso.


- Ci facciamo una canna? (scherzo).

Non afferro il senso della tua battuta. Io non fumo. La mia felicità interiore la esprimo in altri modi, anùd esempio, cantando, coltivando l'orto, andando in canoa, ecc..

- Che significa prendo le distanze dal dolore? Vuoi dimenticarlo?

Non è possibile dimenticarlo anche volendo: il dolore è sempre presente, ma intendevo dire che ora riesco a non lasciarmi più andare ad esso, riesco a sfuggire all’identificazione totale con esso. Mi vedo nella sofferenza, che sento, ma da cui riesco anche a prendere una certa distanza. Questo è il mio modo di sopravvivere in questa fase. Forse in futuro riuscirò ad elaborarne altri di migliori. Per ora questa è la mia “strategia” su cui non credo vada emesso un giudizio di valore. Ognuno di noi fa quel che può con le risorse di cui dispone e con il “vissuto” che solo lui ha appunto vissuto.



- ….andiamo in cerca di addormentarci sempre peggio.... Ah se fosse qui lo zio Gurdi...

Lo zio Gurdi può dire quello che gli pare(non utilizzo nessuno quale bibbia alternativa, ma dai vari pensatori ho sempre cercato di trarre ciò che in un determinato momento mi corrispondeva, costruendomi via via una filosofia, che tuttavia non potrà mai essere definitiva perché la vita per me è divenire). Nell’inferno ci sono io, non lui e la resistenza al dolore è soggettiva. Dopo aver versato tutte le lacrime, arrivi al punto in cui sei stremato e devi decidere da che parte stare. Io ho deciso di vivere, ma per farlo devo in qualche modo anestetizzare, se ti piace il termine, la parte massacrata di me che diversamente trascinerebbe la parte ancora vitale e sana nel baratro. Ciò è necessario fintanto che la parte sana non recupera le forze necessarie per prendere definitivamente le redini della situazione. Il rischio della depressione per me è sempre alle porte, ma ad essa non intendo cedere le armi !
La filosofia è una cosa, la vita è altro. In teoria anch'io avrei pensato che avrei dovuto agire in un determinato modo: poi nella realtà devi fare i conti con chi veramente sei, risorse e limiti. Per questo sicuramente la sofferenza è la prova del nove attraverso cui conosci te stesso. E quasi sempre alla fine può caoitarti di capire che non eri come pensavi di essere.
Affettuosamente.
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