Gurdjieff ne parla spesso come di una fabbrica. L'Essere rappresenta TUTTA la fabbrica mentre il sapere ogni singolo reparto. Da ciò ne deriva che una fabbrica che funziona a buon regime ha tutti i reparti che operano correttamente e armoniosamente fra loro. Diversamente, il singolo reparto non fa una fabbrica... anzi, se è troppo operativo rispetto agli altri reparti ne deriva uno sbilanciamento della fabbrica che la fa collassare in se stessa.
Partiamo da questo: l'uomo non si conosce.
Inizialmente con l'Osservazione inizia ad accrescere il sapere che ha di se stesso... l'auto-conoscenza. Ci sono uomini particolarmente emotivi (sapere emotivo)... altri particolarmenti intellettuali (sapere intellettuale) o altri ancora più portati allo sport e all'uso del corpo in generale (sapere fisico)... Con il sapere quindi l'uomo può innanzitutto venire a conoscenza dell'esistenza dei vari reparti al suo interno, e al tempo stesso "risvegliare" quei reparti che in lui sonnecchiano, a seconda di quali siano le sue inclinazioni e la sua struttura psico-fisica di base. Si parla quindi di ricerca dell'Equilibrio affinchè l'Essere possa crescere armoniosamente senza sbalzi in una fabbrica dove c'è perfetta collaborazione fra i reparti...
Ora, un "pozzo di scienza", erudito e dotto intellettualmente, ma con un sapere altrettanto scarso circa i propri sentimenti ed emozioni (o istinti nel fisico), non possono dare un Essere equilibrato... e presto o tardi, come la fabbrica, "collasserà"... Questo è un po' quello che può succedere all'intellettualoide, al mistico tutto cuore, o al fachiro tutto fisico... la storia è piena di crisi di pazzia di personaggi anche spesso noti.
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