La simbologia del gatto è piuttosto variegata e trova nelle varie tradizioni accezioni slegate, almeno apparentemente.
L'origine del termine è ignota. Si ritrova il suono base più o meno in tutte gli idiomi (franc
chat, spagn
cato, ingl
cat, lat
cattus, gr.
kattos (recente) e nelle lingue di derivazione celto-germanica stessa cosa) ma probabilmente sono stati persi i collegamenti più antichi.
Iniziando dall'occidente (in oriente il gatto è anche parecchio importante) troviamo che in Egitto il gatto era animale sacro e, impersonificato dalla dea Basthet o Bastet svolge il ruolo di protettrice degli uomini.
Nelle opere d'arte la si vede spesso armata di qualche lama e nell'atto di tagliare la testa del serpente Apophis, collegabile al
drago. Apophis cerca di far ribaltare il barcone che serve per attraversare il mondo di sotto e Bastet da una mano a tenerlo buono.
In questo troviamo dei collegamenti con l'iniziazione (la fossa dei coccodrilli) e l'opera al nero dell'alchimia.
Nella tradizione popolare, che ha mantenuto qualcosa anche del simbolismo egizio, il gatto è collegato alla chiaroveggenza... è quindi l'occhio buono sempre puntato nei mondi altri, un ottimo collegamento per chi opera in vari modi, nonchè sentinella che segnala il serpente o il coccodrillo mentre si attraversa la fossa.
Questo ha fatto di lui soprattutto un guardiano... sempre nella tradizione popolare tenere un gatto in casa assicura contro i troll che di notte vengono a rubare il respiro ai bambini... il gatto, a differenza nostra, li vede e li combatte (chi ha gatti sa che ogni tanto lottano col niente... spesso per gioco, ma a volte sembra proprio facciano sul serio).
bon, qualche spunto,... torniamo con gatti neri, streghe, oriente e tradizione musulmana che è interessante...