Discussione: L'aborto
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Vecchio 26-10-2007, 11.46.38   #7
griselda
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Si potrebbe parlare di cosa fa la società per questi problemi oltre a dire lasciateli in un ospedale. Va bene la prevenzione ma c’è chi nonostante tutto rimane sordo e quindi che fare? Lasciare che sia? Si senz’altro ci sono avvenimenti che pare siano stati studiati a tavolino e che servano anzi che non ci si possa esimere dal viverli. Ma in questo caso allora tutto deve andare come va e non mi sembra una soluzione.
Se una ragazza/donna si trova a dover pensare all’aborto dietro si celano mille paure, mille problemi, inconsapevolezza di cosa si va incontro credo sia la prima, la seconda un desiderio di scappare da qualcosa che in quel momento non ci si sente in grado di affrontare. Ci possono essere mille risvolti.
E come dice bene Daf non è detto che la decisione di tenerlo possa risolvere tutto come neppure quello di darlo in affidamento dimenticandosene. Le storie di ragazzi adottati che soffrono per dell’abbandono da parte della madre è realtà di tutti i giorni.
Poi c’è chi crede di farcela e chi ce la fa. Chi si tormenta tutta la vita e chi riesce a diventare sordo davanti alle grida della coscienza. Forse in una società diversa si potrebbero studiare le dinamiche psicologiche e creare delle strutture che vadano in aiuto di queste persone affinché possano fare la giusta scelta per se e per il nascituro che non è quelle di stragli vicino sino alla nascita e poi bon arrangiati perché non finiscono li i problemi.
Insomma di film ne hanno fatti tanti su queste tematiche. Sino a che non si è sviluppata una piena coscienza delle proprie azioni qualcun altro dovrebbe farsene carico come una grande famiglia. E’ troppo facile dire con la coscienza di oggi quello che avremmo dovuto o potuto fare ieri.
Un giorno ascoltai per caso una trasmissione su radio Maria, in cui vi era un telefono aperto a cui potevano intervenire donne che a suo tempo ebbero questa esperienza. Vi posso assicurare che metteva i brividi. Donne anziane che ancora non si erano perdonate e che speravano nella clemenza divina per qualcosa che al tempo di quel gesto fecero e che altro non poterono fare se non quello che avevano fatto, ne più ne meno. Ma che hanno vissuto una vita di rimorso e questo le ha portate ad ammalarsi e a non vivere il resto della loro vita decentemente. Nonostante avessero confessato questo gesto e avevano ricevuto l’assoluzione non riuscivano a passare oltre. Credo che la società dovrebbe cambiare a priori aiutare tutte le donne in difficoltà, partendo da noi nel nostro piccolo muovendoci verso chi dovendo affrontare questo problema possa trovare in noi una mano solidale che faccia si che non si debba mai scegliere di arrivare ad un atto che poi le porterà ad auto punirsi all’infinito. Ci sono un sacco di persone che non riescono ad adottare figli e che potrebbero adottarne due contemporaneamente la madre e il figlio che deve nascere aiutandoli a crescere e a vivere decentemente. Ma ognuno di noi è chiuso nel suo bell’orticello e pensa solo al suo.
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