Discussione: L'aborto
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Vecchio 05-11-2007, 17.58.23   #38
griselda
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Appena Cas ha aperto la discussione sull’aborto mi sono domandata come potesse averlo fatto, aprire una discussione su una tematica davvero così scottante e ostica sotto tutti i punti di vista. Una ragazza così sensibile come poteva voler discutere con tutti di qualcosa di così personale e doloroso? ( Grazie Cas, questo lo “devo” a te e al tuo coraggio e anche a Era)
Non mi sfiorò neppure l’idea che potesse riportare questa esperienza di una amica perché cmq voleva anche parlare anche di se. Perché questo? Perché io non lo avrei mai fatto. Farlo voleva dire rimettere un dito in una piaga profonda e mai rimarginata anche se ora non è più putrefatta grazie a persone che ho incontrato qui ed a Uno in modo particolare.
Poter incorrere nel giudizio degli altri pari a quello che con cui mi ero giudicata io, a suo tempo, davvero terribile.
Da poco tempo da quando sono arrivata qui ho iniziato a lasciar da parte i sensi di colpa che avevano quasi rovinato la mia vita.
Ecco che appena Cas ha raccontato la storia per intero ho immediatamente cercato di far sentire quel calore e quella tenerezza che anche a me erano state donate qui a suo tempo. Non so se ci sono riuscita ma sentivo di doverlo fare. Mi sono messa nei panni della sua amica anche se non è possibile farlo per intero ma la sua sofferenza in quel momento era quella che ben conoscevo e che sapevo dove può condurre se non compresa.
Da allora ho riaperto la ferita cercato di vederla in tutti i suoi aspetti.
Quante volte con il senno di poi ho rimpianto quel gesto e mi sono rammaricata, ma potevo rimediare? Come? Non trovavo nulla che fosse pari ad un omicidio perché è di questo che si tratta anche se non è punito dalla legge, anzi essa ne autorizza il beneplacito consenso.
Ho cercato a lungo di avere un altro figlio ma non riusciì più ad averne. Ed in effetti fu un bene perché avere un figlio per sensi di colpa sarebbe stato un gesto ancora peggiore di quello che feci.
A quei tempi quando scoprii di essere incinta avevo il mio primo figlio piccolissimo, un situazione famigliare disastrosa, mio marito non sapeva se rimanere o andarsene, mia madre era lontana… in tutti i sensi, la prima cosa che mi disse fu quella di chiedermi se lo avessi tenuto o no e compiangendomi con un “povera tusa”nel caso avessi deciso di avere mio figlio. La gravidanza che avevo appena vissuto l’avevo trascorsa a letto per minaccia di aborto dal quarto mese. Mio suocero era gravemente malato di tumore ed in fin di vita. Avevo appena lasciato il lavoro. Ero sola, sola con quella vita che nasceva dentro di me, un’altra che dipendeva da me, nessun altro su cui contare solo un figlio che contava su di una mamma che non aveva ancora imparato ad esserlo. Dentro desideravo avere quel figlio volevo disperatamente che qualcuno mi rassicurasse che mi dicesse ce la farai non rimarrai sola. Ma tutti erano presi dalle loro vite ed io sola avrei dovuto prendermi cura di lui. Mille pensieri mi attraversavano la mente, mille paure se fossi rimasta sola? Se avessi avuto un’altra gravidanza a letto? Se mio marito se ne fosse andato? Tutti questi miserabili se….gli stessi identici “se “ della mia miserabile esistenza.
Presi la decisione, e chiudendo occhi, naso, bocca, orecchi feci quello che volli fare, sicura che avrei dimenticato, come avevo fatto per tutte le altre brutte esperienze dolorose che avevo vissuto. Ma non fu così, questo atto non si dimentica, non ci si riesce. Si può solo provare a perdonarsi per essere state quello che si è state in quel momento.
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