Citazione:
Originalmente inviato da centomila
Sono d'accordo Ray: è sempre la solita storia. Tutto ciò che percepiamo è in ritardo sulla realtà. O su ciò che noi presumiamo essere la realtà.
In ogni caso accade l'evento e noi lo percepiamo con il seguente ritardo: tempo necessario affinchè entri nel nostro campo percettivo (distanza dall'evento) + tempo necessario affinchè il nostro sistema percettivo lo percepisca (lavoro dei sensi e del sistema nervoso).
Siamo dunque sfasati dalla realtà.
Sospendere la coscienza "esterna" (uno lo chiama sospendere il tempo o, diciamo meglio, la percezione dello stesso) è il sistema di collegarsi con la realtà in tempo reale. Anche se, a dirla tutta, sospendendo la coscienza "esterna" si sospende, appunto, il tempo e dunque si scivola in un continuum senza tempo. La realtà appunto.
Non sono tuttavia d'accordo sulla tua affermazione che <crediamo di esperire>. Esperiamo, esperiamo! Sarebbe però meglio esperare qualcosa di meglio!!
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Ok, ma tu puoi sapere che siamo sfasati temporalmente e che tuttavia esperiamo davvero, solo in seguito ad un'esperienza di interruzione del filtro che sfasa. Fino a quel momento credi di esperire o, peggio, esperisci senza saperlo. Nel senso che ritieni privo di filtri il soggetto del tuo esperire e, non percependo filtri nell'oggetto, anch'esso.
Esiste tuttavia - ed è una di quelle cose che non ho idea di come dire - la "sensazione del filtro". E' un'esperienza che può risultare parecchio sgradevole, ma al di la di questo, inizia a porre dei dubbi seri (quindi non solo intellettuali) sulla realtà e sulla consistenza del nostro esperire. Il primo passettino successivo è rappresentabile in una posizione tipo "bon, la realtà potrebbe essere in qualunque modo dato che non conosco questo filtro, tuttavia posso dire che NON è come la esperisco".
Forse è uno dei possibili inizi che portano poi eventualmente a "bucare il velo".
Non concordo con Stella quando dice che per esperire bisogna pensare. A parte che sarebbe impossibile esperire il pensiero, dicevo proprio l'opposto prima... e cioè che è il pensare che si frappone tra noi e l'esperire, facendoci esperire in modo filtrato.