Discussione: Piangere
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Vecchio 06-01-2008, 03.19.46   #26
Ray
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Originalmente inviato da hava Visualizza messaggio
Penso che il pianto sia uno sfogo liberatore che ci aiuta a trovare sollievo.
Il problema e' che il pianto viene generalmente considerato segno di debolezza, caratteristico delle donne [vedi stereotipo della debolezza femminile], e che non si addice ai maschi.
Per questa ragione molti di noi si trattengono dal piangere. Io sono del parere che le persone pronte ad esprimere sentimenti anche piangendo, diano prova di forza anziche' di debolezza.
Trattenersi dal piangere... uh, io esplorerei bene sta cosa.

Piangere, per come la percepisco io su me stesso, è una parte di un processo di trasformazione di certe "materie" emozionali. Solo una parte... l'emissione delle lacrime che può essere accompagnata, oppure no, da moti convulsivi. Avviene per raggiunto limite di tolleranza di una particolare tensione, per riempimento in un certo senso, ed è certamente uno scarico di un eccesso, ma uno scarico naturale, previsto dal corpo.

Possiamo "trattenere le lacrime" in due modi: reprimendole, ovvero interrompendo il processo in atto, che prenderà altre strade, di solito a noi ignote e spesso pericolose, oppure "ricordandoci di noi", ovvero centrandoci meglio quando siamo in quel particlare stato emotivo. In questo secondo caso le lacrime si interrompono - se si interrompono, non è detto che basti - o non escono proprio se fatto prima, perchè ricordandoci di noi ci radichiamo alla terra e il processo di salita sottostà alla nostra attuale capacità e le materie si trasformano "bene", senza esplosioni. Non è detto che non ci siano lacrime, ma direi che comunque si evitano le convulsioni. Questo trattenere, il secondo, è connesso ad un più ampio Lavoro sulla gestione delle emozioni che prevede in ogni caso il loro ascolto e non la fuga da esse come avviene per il reprimere.
Cioè non cerco di non sentire per riuscire a non piangere. In questo caso è cosa utile.

Vista da altra angolazione la differenza sta nel motivo per cui trattengo. Se non voglio piangere perchè sono preoccupato di quello che gli altri pensano, possono pensare... della mia immagine insomma, tutto il meccanismo dipende dalla illusoria idea che ho di me stesso e quindi è certamente debolezza.
D'altra parte, anche il piangere in pubblico per mostrarmi forte, spontaneo, "connesso con le mie emozioni" o che me ne frego degli altri è sempre debolezza perchè le mie motivazioni son sempre esterne, sempre apparenza.

Se invece non mi preoccupo minimamente dell'opinione altrui e mi occupo dei processi che avvengono in me riuscendo a stare cosciente al mio massimo grado possibile mentre avvengono allora posso anche parlare di "forza".
Ritengo che chi trattiene le lacrime quasi sempre cerchi di reprimere... lo stereotipo del maschio forte purtroppo spinge molti maschietti ancora deboli a reprimere per apparire forti. Tuttavia non dominare i propri stati emotivi, in un verso o nell'altro, è sempre debolezza... la debolezza umana in cui tutti siamo immersi fonchè non la vinciamo a seguito di grossi e prolungati sforzi coscienti.

La forza delle persone "pronte ad esprimere i propri sentimenti" è reale solo se sono in grado di scegliere se esprimere o no e in quale modalità e misura di volta in volta... se semplicemente si limitano a non reprimere la forza è solo presunta, spesso presunta da loro stessi.
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