Cinquant'anni or sono Hugh Everett III ideò la sua «interpretazione dei molti mondi» della meccanica quantistica, secondo la quale in ogni istante gli effetti quantistici generano innumerevoli ramificazioni dell'universo, ognuna caratterizzata da un diverso svolgimento degli eventi. La teoria è piuttosto stravagante, ma fu dedotta da Everett direttamente dai fondamenti matematici della meccanica quantistica. L'ipotesi fu respinta dalla maggior parte dei fisici dell'epoca, ed egli abbreviò la sua tesi di dottorato sull'argomento per farla sembrare meno controversa. Scoraggiato, Everett abbandonò la fisica per dedicarsi alla matematica e al calcolo ...
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(n.d.r. a dire il vero non c'è molta altro da leggere nell'articolo, questa è buona solo come introduzione)