Ritorno sui quadretti e sulle righe per un momento perché mi è arrivato altro e vorrei ragionarci su.
I quadretti sono per la matematica, la matematica rappresenta le regole, i quadretti possono essere visti come regole dove ogni numero deve restare dentro al quadretto. Possono significare inoltre anche ordine perché se incasellati male non danno nessun risultato i numeri. Quindi avere una mente che non incasella e/o forse potrebbe essere una mente a cui non piacciono le regole e l’ordine quindi metaforicamente la matematica.
Le righe invece servono a canalizzare il pensiero, l’onda. Chi segue le righe potrebbe essere una persona che ha un ideale, che segue una via, una strada ma anche senza regole, segue il suo istinto o anche il suo intuito che lo porta secondo il suo sentire dove deve andare.
Il foglio bianco se lo si usa senza aver imparato a scrivere in una delle due sopra non da equilibrio infatti la scrittura pende un po’ a destra o un po’ a sinistra a seconda del momento. Il foglio bianco assomiglia alla libertà o all’anarchia. Se si arriva al foglio bianco da una delle vie citate sopra va bene, perché la libertà va conquistata, perché per rinunciare alle righe o ai quadretti bisogna aver imparato prima a starci dentro.
Ora passiamo al puzzle ne ho fatto qualcuno, ho imparato varie tecniche però la migliore è stata quella di metterli in varie tazzine dividendoli per colore e/o forma, iniziando da quelli più semplici ovvero la cornice che ha un lato liscio facile da individuare.
La cornice potrebbe rappresentare la via che si è seguita chi i quadretti chi le righe o l’anarchia il foglio bianco. I vari pezzi da dividere i fatti i ricordi divisi in cellette a seconda delle emozioni che li contraddistinguono in colori diversi con sfumature diverse. E qui mi sono persa di nuovo. Finita la benzina.
Questa è la mia mente sfarfallona.