Citazione:
Originalmente inviato da Uno
Si si potrebbe dire così, il paradosso è che apparentemente così sembra di dividere l'attenzione no? Una parte di attenzione a me ed una parte all'altro, in realtà la raddoppio come quantità, metterlo in matematica è un pò complicato, ma detta in sintesi è così.
|
Si, sembra proprio di dividere l'attenzione. Sia a dirlo che a farlo... però è vero anche che, una volta che lo si è imparato anche un minimo, il calo che ci si aspetterebbe da una divisione non si presenta (mentre si sta imparando invece si presenta eccome, o c'è il calo o, come descrive Kael, salta di qua e di la).
La migliore spiegazione che adesso riesco ad elaborare, anche in base alla sensazione che da, è di piegarla. Piegare invece che dividere veicola meglio anche il fattro che mica di spezza in due, resta comunque collegata (quella verso di me e quella verso l'interlocutore), non sono due attenzioni diverse o due pezzi staccati, sono due lati o porzioni della stessa che, oltre a muoverla come siamo abituati a fare da un oggetto all'altro (o me o l'altro) la si può anche piegare in modo da rimandare qualcosa da entrambi.
Questo piegare poi forse genera anche altri sviluppi come il fare da lente un pezzo per l'altra o l'entrare in risonanza i due estremi che in quel momento sono molto più vicini che di solito, come se piegassi una barra (se lo faccio col ferro "carico" ho un magnete).