Rispondo a Cassandra e Uno:
E' questo il punto Cassandra, io non ritengo che il divorzio sia sempre un peccato, di conseguenza non ammetterò mai appunto questo davanti a Dio.
Il problema è che quello che è peccato e quello che non è se è scelto da una religione può compromettere tutto.
Se la chiesa un giorno mi dicesse che uccidere in nome di Dio non è peccato, io neanche lo confesserei, ma paradossalmente dovrei confessare una messa mancata..
Invece il peccato dal punto di vista di Uno, non è una chiesa a deciderlo, ma è la tua coscienza. Se ad esempio nel divorzio, io ho commesso degli sbagli ( tipo adulterio) posso aver peccato, se entrambi abbiamo deciso con serenità che il matrimonio finisce, non è detto che lo sia.
Per il fatto che invece il confessore prete è un intermediario non sono assolutamente daccordo: molte volte ci riesce a spurgare e a scaricare molto di più un vero amico o un bravo psicoterapeuta che un sacerdote, anche se loro non hanno "direttamente" il sigillo divino.
A questo punto se la Confessione ha un valore, lo potrebbe avere in quanto confessione del male verso l'esterno ( tipo ad un'altro cristiano), certo loro magari non hanno il segreto professionale però...