Citazione:
Originalmente inviato da cassandra
Quanto è vero...se penso ad una persona che si rivolge a me con tono aggressivo (maschile),di solito istintivamente rispondo allo stesso modo..al contrario se uno è gentile e carino (femminile),
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Io non vedo questa distinzione aggressivo-maschile e gentile-femminile. Se il maschile da e il femminile riceve allora il maschile può dare in modo aggressivo oppure in modo gentile e il femminile può ricevere in modo aggressivo o in modo gentile (in questo caso aggressivo e gentile sono disposizioni). Infatti, se non fosse così, nell'esempio di Uno l'insegnante dovrebbe sempre essere aggressivo e l'allievo gentile.
Penso che la cosa vada al di la, ovvero a monte, prima, di queste disposizini aggressività-gentilezza. Semplicemente il maschile non riceve e se voglio ricevere devo far agire il mio femminile (che io sia uomo o donna) e viceversa. Quindi l'insegnante donna fa agire il suo maschile, che sia aggressiva o gentile e io per imparare devo lasciare agire il femminile. Se io che imparo faccio agire il mio maschile, voglio insegnare all'insegnante e io non imparo e lei non insegna. La cosa dovrebbe funzionare un po' come i magneti (che poi quello è)... i poli maschili e femminili si respingono tra loro, i poli opposti si attraggono. Il fatto che un qualcosa sia "carico" lo pone maschile o femminile, altrimenti è neutro (e non attira ne respinge).
Quel che mi viene è che il maschile devo farlo agire, il femminile devo lasciarlo ricevere... attivo e passivo (ma anche passivo in un certo modo è fare, altrimenti è neutro).