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Originalmente inviato da nikelise
Eccomi, oggi sono un pò incasinato
Citazione:
Originalmente inviato da nikelise
Il rapporto che c'e' tra archetipo e daimon (come hai detto sopra c'e' un punto di contatto) e' il rapporto che c'e' tra afrodite cioe' la bellezza e eros suo figlio nel mito e nella vita. E' cosi'?
Si possiamo dire così, se hai colto, sopra ho scritto che dovremmo focalizzarci sulla differenza tra origine ed inizio.
Quote:
Allora il daimon e' un effetto ,una proiezione, una conseguenza ,dell'archetipo dentro di noi .
Dentro e anche fuori
Quote:
Come l'odio e' un' effetto della guerra o della lotta -archetipo,
come il voler figli e' l'effetto della madre- archetipo .
E' cosi'?
si, definizioni a parte il senso è questo (direi che la guerra è un effetto dell'archetipo dell'odio, ma è uguale) Quote:
Detto questo per parlare di cose pratiche cosa succede quando gli dei diventano malattie ,si espandono eccessivamente nella psiche e devono essere compensati?
Non sono gli dei che diventano malattie, come potrebbero? Non sarebbero dei, caso
noi ci ammaliamo perchè ci danniamo dietro i daimon (letteralmente e praticamente).
Certo possiamo anche considerare la malattia come entità che in questo caso è rappresentata dai daimon, in molte tradizioni sciamaniche (e anche molta psicologia transpersonale) così cercano la guarigione, affrontando direttamente il demone a cui si da forma concreta in varie maniere, per concreta non intendo sempre materiale, nello sciamanesimo si, anche con strutture fisiche vere e proprie, tipo feticci e simulacri, nella psicologia usando l'immaginazione attiva, i sogni comuni o lucidi etc... (anche se poi non è che ci siano tanti professionisti in grado di seguire e accompagnare in percorsi del genere).
Dicevo "possiamo", ma volendo vedere le cose più direttamente la malattia è il rapporto tra noi e i daimon (in senso non materiale) non sono loro in se, tanto è vero che lo stesso daimon può indurci in malattia ma anche essere un potente mezzo di guarigione, e non solo, come dicevi anche tu.
Per chiarirci, gli dei in questo contesto sono le entità che ci tengono in contatto con il mondo delle idee (o archetipi), quelle entità che ci permettono di trascendere e comprendere anche i daimon, altrimenti come faremmo? La nostra visione di essi (daimon) sarebbe sempre filtrata da loro (daimon), e non avremmo mai contatto diretto con il regno delle idee. Certo gli dei non sono a "buon mercato" come i daimon, ma sono una possibilità che abbiamo.
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L'io li deve contenere.
Come?
Ai massimi livelli, parlando in termini che mi sembrano a te più consoni, con l'Individuazione, comunque in questo caso possiamo contenere solo i daimon che noi stessi abbiamo creato (seppure attingendo da forme pre-esistenti, appunto gli archetipi).
Il "noi stessi abbiamo creato" equivale al tuo "che la sorte ci da".
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Tu parli di cambiamento , cambiamento di cosa visto che l'archetipo e' immutabile e dentro di noi agisce come gli pare.
Cambiamento di noi stessi e del modo come ci relazioniamo con i nostri daimon oltre che con il mondo esterno e quindi i daimon collettivi.
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Ti dirò che della discussione iniziale è rimasto poco , però va bene, il discorso è utile e penso che possa interessare, magari quando ho un secondo vedo se è possibile dividere questi nostri interventi a parte perchè non vadano persi in un titolo.
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Allora cerco di vedere se ho capito Nike.
Devo dire che è molto interessante.
Insomma il " Daimon " lo creiamo noi nei limiti di quello che possiamo.
Per l'esattezza le creazioni di questi si muovono entro il collegamento tra noi e l'archetipo.
Quando si parla di cambiamento, allora, si fa sempre riferimento a questo collegamento. Se da un lato l'abbiamo creato ( il Daimon ), dall'altro possiamo anche modificare il nostro rapporto con lui, modificando noi stessi, come anche il rapporto col Daimon collettivo, Quindi un nuovo approccio d a parte nostra alla vita e a ciò che con essa è collegato.
L'Individuazione, si raggiunge attraverso un percorso di conoscenza ed il fine, se vogliamo dire così.
Il Daimon però può essere sia fonte di conoscenza e sia fonte di dannazione.
In questo secondo caso, introducendo anche la malattia come fonte di questa dannazione che si presenta a volte anche come entità a se ( mi pare di capire ) ma anche, innanzitutto, come collegamento tra noi ed il daimon - mi verrebbe da dire come " rapporto " tra noi e lui - che se utilizzata può anche essere potente mezzo di guarigione. Siamo noi che ci danniamo dietro il daimon e quindi ci ammaliamo. Penso ad esempio al più più piccolo dei problemi siano al più complesso e complicato.
Cosa c'è allora oltre il Daimon?
Oltre quello mi pare di capire che ci siano gli Dei, gli archetipi, il regno delle idee che a loro volta ci permettono sia di comprendere il daimon, che altrimenti sarà compreso sempre in maniera limitata nel senso che solo attraverso di lui, e quindi l'opera di conoscenza avrebbe luogo soltanto parzialmente.
Esiste quindi un rapporto tra noi ed il Daimon e tra il Daimon e L'archetipo, usando una scala ascendente. soltanto trascendendo il Daimon si può cionoscere il Daimon stesso mediante l'archetipo ( che lo ha generato, a questo punto? )
Non mi è chiara però la differenza tra " origine " ed " inizio ", posto che il resto l'abbia capito.