Io preferisco pensare al daimon come a un'entitą esterna a noi, ma talmente aggrappata al nostro "io" da pensare che siamo noi stessi ad emanarla.
Altrimenti perchč accade spesso che vorremmo essere diversi da quello che siamo, e che non ci sentiamo padroni di noi stessi...
In forma estrema si parla di persone "possedute", in cui non agisce la persona stessa ma il daimon che ha dentro di sč...
Da bambina mi dicevano che dovevo condividere la mia vita con un angioletto e un diavoletto, e veramente certe volte capita di avere delle reazione contrastanti di fronte a un'azione da compiere o una scelta da effettuare, allora si dice che sģ č combattuti tra una vocina che ti incita a fare quella data cosa, e un'altra che ti dice il contario....
Ma a questo punto chi siamo veramente ? Siamo la risultante di queste forze contrastanti, e se riuscissimo a integrarle, potremmo cercare di agire autonomamente, sfruttando ora l'una ora l'altra, per arrivare alla completezza dell'individuo.
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