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Vecchio 02-07-2008, 01.28.38   #3
dafne
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Originalmente inviato da Ray Visualizza messaggio
A volte sarebbe quasi bello che si scambiassero i ruoli... l'adolescente a non voler sentire la domanda e la bambina a ricevere la risposta... ma è molto difficile per noi che ci barcameniamo in mezzo, riuscire a rinunciare a ciò che ci ha protetti dalla ferita così a lungo... protetti ma mangiati (un prezzo alto no?).

Eppure è proprio con quella risposta che finalmente si potrebbe accontentare quella bambina che tanto ha chiesto e poco ottenuto (reale o percepito che sia, non ha importanza).

Bello adolescente non ci avevo pensato.
Non mi è chiarissimo Ray, come si fà a scambiare i ruoli? E la domanda è una domada generica o una in particolare? Perchè la vorrei accontentare la bimba ma mi chiede qualcosa che non posso più darle (fà strano parlarne in terza persona) è qualcosa che non c'è stato nel passato.
E quello che ci ha protetti (e mangiati) dalla ferita è l'orgoglio?
E poi non lo so ma qui ho cercato di lasciarmi andare, ho fatto anche qualche passetto mi sono fidata, mi fido, mi....mi sento un'idiota Ray, ho paura.
Solo i deboli hanno paura,. piangono, chiedono aiuto. Io devo farcela da sola perchè il mondo non avrà pietà di me se sarò molliccia. E i sentimenti e la spiritualità e anche la psicologia non mi faranno mangiare, non mi daranno sicurezza. Questo è parte di quanto mi hanno insegnato, non ci credo, non sarei qui, ma è talmente forte dentro che mi sento terribilmente stupida alle volte a cercar di vivere certe esperienze, a tentare di capirle, mi sento "la solita con la testa tra le nuvolette rosa", eppure la realtà quotidiana mi grida che nonostante la confusione ce la stò facendo. La mia famiglia scuoterebbe la testa con disappunto se leggesse questo sito, ne susciterei un vespaio se venisse fuori che ci lavoro dentro.
Non riesco a liberarmi di loro, ma non loro in senso fisico ma loro in senso di retaggio. E non voglio sentirmi stupida perchè ho paura ma mi ci sento uguale e alla fine ostento una simpatia eccessiva o un'aggressività fuori luogo.
Quarda che fiume di parole.
La debolezza è una strada senza ritorno, ma non posso essere forte se non accetto di essere debole.
Se almeno fossi sicura di cosa significa essere forte.
E mia mamma non riconosce questa figlia così fragile, così gracile,forte quando "non serve", cocciuta, così strana, ha rinunciato a capirmi. Reagisci, sii forte, non pensare al male..ecc ecc Uno stillicidio durato anni. Un grammo alla volta conquisto un pò di sicurezza e un grammo alla volta mi lascia un pò di autonomia, ma sono sempre la matta, quella da controllare, quella che va fuori di testa. Non mi ha davvero mai capita, lo so che non c'è nulla di drammatico in questo, che mi vuole bene ma quella sensazione di rifiuto, di errore mi è rimasta addosso.
Reagisci, non perderti in cavolate, studia/lavora non piangere, ignora...e allora non ti ascolto vaffanbrodo.
Non piangere.. non sono più riouscita a trattenere le lacrime, ero un rubinetto sempre aperto alle medie. Oggi piango meno. Non ascolto..
Mi fermo vah
Grazie di cuore
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