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Vecchio 28-07-2008, 13.41.26   #4
Ray
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Originalmente inviato da dafne Visualizza messaggio
La prima cosa che mi verrebbe da chiedere è se è possibile che ci si sia trovati talmente spesso e talmente a lungo in questo "stato liquido" in questa confusione da averlo preso come definitivo, normale.
Voglio dire, io ho sempre grosse difficoltà a "tirar le somme", a chiudere (al di là delle antine ).?
Al di la?

In ogni caso, così come c'è chi rifiuta di solversi e quindi di accogliere il nuovo e pretende di far collimare tutto con quel che già ha, per simmetria esiste anche chi rifiuta o fa fatica a coagulare.
Posto che la condizione migliore è probabilmente uno stato semiliquido, cioè formato ma non rigido e quindi in grado di accogliere sempre cose nuove ma senza essere sempre informe (senza il coagula non accogliamo del tutto, o accogliamo ma non possiamo usare), entrambe le fasi del processo sono necessarie e senza una di esse non apprendiamo.


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Originalmente inviato da dafne Visualizza messaggio
E' quasi come se non volessi capire.
Una cosa simile mi capita quando cerco di mettere insieme certe reazioni e arrivare a una conclusione, senza pretendere che sia la soluzione definitiva ma anche qui non riesco mai a sintetizzare.

Magari è totalmente OT, in tal caso chiedo scusa ma alle volte ho l'impressione di essere talmente abituata a non capire, talmente affezzionata a questo "porteaperteallnightlong" che resto nella mia confusione, o meglio, forse, nella mia confusione conosciuta perchè appena qualche nuovo dato entra e cerca posto viene sputato lontano all'istante

Ma com'è possibile arrendersi?
La costante apertura in uscita, nella misura dell'apertura, corrisponde ad una costante chiusura in entrata... se non coagulo non potrò solvere successivamente... è un modo per restare ancorati al solito simile alla rigidità solo all'inverso, l'altra faccia della medaglia.
E' come voler camminare solo con la gamba destra (in questo caso) o con la sinistra (nell'altro). Si procede a balzelli e l'equilibrio è ancor più instabile della normale camminata (che comunque è una costante perdita e ritrovamento dell'equilibrio).
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