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Vecchio 29-07-2008, 00.08.09   #10
dafne
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Originalmente inviato da Ray Visualizza messaggio
Al di la?

In ogni caso, così come c'è chi rifiuta di solversi e quindi di accogliere il nuovo e pretende di far collimare tutto con quel che già ha, per simmetria esiste anche chi rifiuta o fa fatica a coagulare.
Posto che la condizione migliore è probabilmente uno stato semiliquido, cioè formato ma non rigido e quindi in grado di accogliere sempre cose nuove ma senza essere sempre informe (senza il coagula non accogliamo del tutto, o accogliamo ma non possiamo usare), entrambe le fasi del processo sono necessarie e senza una di esse non apprendiamo.

La costante apertura in uscita, nella misura dell'apertura, corrisponde ad una costante chiusura in entrata... se non coagulo non potrò solvere successivamente... è un modo per restare ancorati al solito simile alla rigidità solo all'inverso, l'altra faccia della medaglia.
E' come voler camminare solo con la gamba destra (in questo caso) o con la sinistra (nell'altro). Si procede a balzelli e l'equilibrio è ancor più instabile della normale camminata (che comunque è una costante perdita e ritrovamento dell'equilibrio).
Questa discussione mi stà generando confusione

Si forse la confusione, e il disordine, in cui sono stata per anni mi è diventato talmente familiare da sentirne il bisogno. Inconsciamente, ma c'è.
Come la foto del salotto, ci sono momenti in cui devo farmi una violenza incredibile per iniziare a mettere a posto, quando parto poi il tutto è rapidissimo e molto soddisfacente.
Così nella confusione dei nuovi dati devo fare uno sforzo immane (si sono un pò melodrammatica stasera) per iniziare a mettere insieme i pezzi ma poi se resisto ( ) di solito ottengo risultati soddisfacenti.

Insomma non son sicura di essere in una situazione "liquida"..

L'altra sera ero in libreria con i bimbi e, per gioco, ho preso in mano uno di quei libretti-oracolo che van tanto di moda adesso. Mi aveva incuriosito la copertina colorata e il fatto che fosse diviso a metà, da una parte le domande e dall'altra le risposte.
Insomma, su mezzo libretto aperto a caso doveva uscire una domanda per noi importante e nell'altra metà la risposta possibile.
Per caso alla domanda è uscita fuori una cosa come "perchè non mi permetto di fluire liberamente?" e nella risposta una cosa come "..devi capire che ogni fine, ogni morte, è un inizio, una rinascita in qualcosa di nuovo" ehbeh la mia mente ha cercato di cancellare molto rapidamente la risposta. (mi ha messo a disagio questo "caso" lo ammetto)

Ma potrebbe esserci un nesso tra le due cose? Tra l'incapacità di coagulare e di chiudere?
Se il saltuario mio bisogno di inondarmi di informazioni partisse da un reale bisogno di sciogliere ma poi questo fiume deviasse dalla strada e finisse per allagare le solite zone?
Mi viene anche in mente che spesso il terapeuta con cui chiacchieravo ha utilizzato la parola "bonificare" in riferimento al passato. Come se si trattasse di una palude.

Oltre a questo è emerso che sono piuttosto bravina ad analizzare i vari problemi, anche se non lio metto ancora a fuoco tutti per benino, ma torna il discorso di prima. Non faccio sintesi, non risolvo, non riesco ad arrivare all'apice e passare la curva.
Un pò come quel personaggio mitologico che spingeva un pesante masso fino in cima alla montagna, ma appena era sul punto di arrivare sulla punta il masso scivolava indietro e ritornava giù e lui doveva ricominciare tutto daccapo

Ma se c'è troppa acqua e a maneggiare il fuoco sono un disastro che faccio?



L'abete.

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