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Vecchio 30-07-2008, 10.55.24   #17
RedWitch
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Originalmente inviato da Ray Visualizza messaggio
Le persone molto mentali, ma ormai son pochi quelli che non sono identificati con la mente e quindi, per ulteriore ristrettezza/divisione, con la forma mentis indossata al momento, mettere in discussione la struttura di quel che sanno o credono di sapere corrisponde a mettere in discussione se stessi. Solvere quindi non è solvere la mente o la struttura temporanea e parziale che alla mente abbiamo dato, ma è solvere quello che siamo, quello che ci sembra di essere.
Quindi la sensazione poco piacevole che si prova quando ci si sente confusi davanti ad un argomento nuovo e' legata all'importanza personale? E'il dover mettere in discussione se' stessi che fa in modo che si senta quella specie di "resistenza"? Anzi forse rende meglio rifiuto per quel che mi riguarda, ci sono volte che proprio capita che un argomento mi lasci spiazzata (il senza riferimenti che dicevo), e' proprio un non saperlo prendere da nessun verso perche' manca non solo la comprensione ma proprio capire dove si sta andando a parare. Un po' come non riuscire a delimitare l'argomento.. a dargli un senso a volte. E' soprattutto in quelle occasioni che la confusione regna sovrana, diversamente se mi accorgo che la comprensione e' solo mentale, lasciare sedimentare senza dimenticarmi (quando ci riesco) di una certa cosa, e' il modo migliore per iniziare ad incamerare, poi con il tempo , riprendendo l'argomento "magicamente" appare chiaro. E' come se ci fosse un tempo fisiologico che serve per "digerire" i dati, poi sono d'accordo con quanto si diceva sulla quantita' , se se ne incamerano troppi si rischia di mischiare tutto e di dimenticarne una buona parte (solo che che "agiscono" lo stesso e da li credo che la confusione sia totale..)

Sicuramente una concomitanza di cose concorre alla comprensione o meno di un dato argomento, prendiamo solo il fatto che dipende da chi parla , dal credito che diamo a
a chi sta parlando e quindi dal grado di attenzione che gli "concediamo" , e qui vedo bene che l'idea che abbiamo di noi stessi e dell'altro gioca un ruolo fondamentale..

Il "trucco" sarebbe quindi riuscire a sopportare quello stato di confusione che si viene a creare davanti alle cose completamente nuove fino al momento della digestione, senza cercare a tutti i costi di dare un nome conosciuto alle cose sconosciute? E nel frattempo bisognerebbe essere tanto saggi da non continuare ad ingerire altri dati?


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