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Vecchio 31-07-2008, 16.42.37   #22
RedWitch
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Originalmente inviato da stella Visualizza messaggio
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Conta tanto l'importanza personale, e più ci diamo importanza e diamo importanza alla persona che parla, più andiamo in confusione se non afferriamo subito il concetto.....
Vale la stessa cosa anche se apparentemente ci diamo poca importanza ovvero crediamo che tutti siano sopra di noi, di non essere in grado di imparare etcetc.. e' solo l'altro lato della medaglia ma e' sempre un attaccamento a cio' che crediamo di essere.. anche il pensare di non poter mai raggiungere nessun grado di comprensione e' importanza personale, come dire, visto che tanto non ci arrivo inutile che mi impegno tanto per farlo. E' una scusa della mente come un'altra per non muoversi, in quel caso ci si limita a guardare con un misto di ammirazione e invidia nascosta (o all'opposto denigrando) chi ha buona cultura, chi ha un buon grado di comprensione etc, senza pensare che magari chi ci e' arrivato si e' dato e si da da fare per raggiungere certe cose...

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Originalmente inviato da Ray Visualizza messaggio
Su questo non parlerei proprio di importanza personale, ma di qualcosa di più profondo, collegato forse alla mente istintiva. Se siamo identificati nella mente, o in una fetta di essa, c'è poco da fare: per la nostra percezione quello siamo. Quindi mettere in discussione essa è mettere in discussione noi stessi, solvere essa è solvere noi e non possiamo non percepirlo come un pericolo, come la morte. D'altronde solvere qualsiasi nostra parzialità è un po' morire (per rinascere... ma dillo al bruco).
Scattano quindi le paure istintive.
Grazie adesso e' piu' chiaro ed in effetti ci vuole forza per lasciare andare (anche se sembra un controsenso) le proprie convinzioni, si teme di perdere se' stessi.. e questo spiega il perche' quella sensazione di confusione e' tanto spiacevole e si ha l'istinto di scappare a gambe levate per rifugiarsi in quelle cose che ci sono note.

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Originalmente inviato da Ray Visualizza messaggio
E' solo, compiuti alcuni peassetti su un certo percorso che ci possiamo identificare con qualcos'altro, qui spesso lo abbiamo chiamato osservatore, ma qualcunque sia il percorso sempre su qualcosa devo appoggiarmi. Quindi lo può fare chi si muove e non chi sta fermo. Per carità, un forte desiderio di apprendimento basta e avanza, ma se siamo identificati col desiderio non lo siamo con la nostra convinzione ed è quindi più facile rinunciarvi.
Quindi un forte desiderio (o anche la brama , finche' non si e' capaci di fare diversamente) di apprendere, e di conoscere, puo' far superare quella paura istintiva che non permette l'accettazione della confusione, lo si potrebbe considerare come un "prezzo da pagare" in cambio dell'apprendimento.. e finche' siamo identificati nella la mente o parte di essa come dicevi sopra, si potrebbe dire che inizialmente uno stimolo esterno e' indispensabile?... mentre quando si inizia quantomeno a riconoscere l'osservatore, le cose possono lentamente cambiare...

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Originalmente inviato da Ray Visualizza messaggio
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Si, il trucco sta nel sopportare quella sensazione senza cercare di fuggire da essa, di non voler guardare per non sentirla, come per molte altre cose. E sempre come per molte altre cose, molte altre acquisizioni, si tratta di un ascolto attivo.
E' vero la sensazione che provo quando sono confusa e' molto simile a quella che provo quando vedo qualcosa che devo sistemare (ricapitolare) e non mi garba vederla.. e' un misto di non-ne-ho-voglia-ho-una-fifa-blu-che-noia-non-voglio-soffrire e cosi' rimando.. solo che poi mi "dimentico" e via con un altro giro finche' non torna il momento buono..

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Originalmente inviato da Kael Visualizza messaggio
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Bisogna insomma conservare sempre un briciolo di individualità pur restando confusi, certe persone si sciolgono più del necessario e poi fanno fatica a uscire da questo stato intermedio, l'Abisso li risucchia interamente. Fanno insomma fatica a "tornare"...
Le persone che tu descrivi sono quelle che, dopo essersi sciolte forse eccessivamente ed aver fatto dunque una grande fatica per tornare, hanno una gran paura di dover riaffrontare una situazione del genere e smettono così di "mettersi in gioco"....
E' interessante il discorso sul "briciolo di individualita' che bisognerebbe conservare, sarebbe bello espanderlo (magari in un altro post), inzialmente quella che noi identifichiamo con individualita' probabilmente non e' altro che l'insieme delle personalita' dominanti , quelle che permettono agli altri e a noi stessi di riconoscerci... come dire ho dei confini , una mia identita' .. mi rendo conto che e' confuso (appunto ).. ci penso un po' poi cerco di approfondire..

ps: interessante anche il fatto che si dice "sono confuso", ma anche "vado in confusione, certe cose mi mandano in confusione"...

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