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Vecchio 01-08-2008, 16.46.58   #25
RedWitch
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Originalmente inviato da Ray Visualizza messaggio
Quel briciolo di identità è quello a cui mi riferivo sopra con l'osservatore (ma può essere altro). E' quella base a cui ci si può appoggiare per lasciare solvere il resto, anche se la sensazione non sparice e un po' tocca avere fiducia.
Dico osservatore perchè lo chiamiamo così, ma alla fin fine è una parzialità dell'io nella quale confluiscono tutte le spinte verso la ricerca. Poi quando è abbastanza grosso, fa da centro di gravità e attira il resto inglobandolo... ma va fornito costantemente di energia (si deve "stare" li). Tra l'altro, man mano che cresce, si sposta verso il vero centro (difficile che di buon principio sia subito proprio centrato) e quando lo trova può diventare centro permanente.
Sono fuori tema sicuramente, ma vista la tranquillita' del forum di questi giorni approfitto e chiedo qui, poi in caso apriamo un post a parte dedicato.

Chiamiamo osservatore quella parte che ci permette di tenerci d'occhio, e che inizialmente permette di cominciare un lavoro di osservazione di noi stessi (per definirlo a me viene da dire che quella parte riesce ad osservare contemporaneamente dall'interno di me e dall'esterno) ed e' in quella parte che poi dovrebbero confluire tutte le piccole parti e che andranno a formare quello che possiamo chiamare Io, la famosa individuazione, giusto?
Il "si deve stare li' " e' cio' che definivi "osservazione attiva " qualche post piu' sopra?
Ed e' questa parte che deve essere mantenuta anche durante le fasi di solve (confusione), in modo da non perdere quel briciolo di individualita'....

Quel che intendevo io nel mio (confuso) post in effetti era altro, e' un po' di tempo che ci sto pensando ma non so se riesco a metterlo ancora in maniera comprensibile.
Quel che crediamo di essere ordinariamente e' dato dall'insieme delle personalita' dominanti giusto? Io mi vedo in un certo modo (sicura/insicura, simpatica o antipatica, brillante o meno etc), e tutte queste parti fanno in modo che mi esprima all'esterno in un certo modo, che abbia in qualche modo dei tratti dominanti diversi per esempio da te, o da altri e nei quali mi riconosco e mi riconoscono gli altri. Quando si comincia un lavoro su di se' queste cose, vengono un po' a mancare, si inizia a vedere che quel che crediamo di essere non e' altro che una parzialita', e andremo ad esplorare altre cose (spesso gli opposti di cio' che avevamo visto fino a quel momento). Ne segue la perdita dei riferimenti.. e quindi la perdita di quella " identita' ' se cosi' possiamo chiamarla che credevamo nostra.. mentre mi sto facendo l'idea che finche' non si cambia completamente, finche' comunque abbiamo certi modi di fare, e di essere (anche se ci stiamo trasformando) quelli non dovrebbero essere persi per strada (nascosti a favore di ulteriori maschere) perche' in quel momento.. quello effettivamente siamo.
Non so se sia vagamente comprensibile...
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