Visualizza messaggio singolo
Vecchio 01-08-2008, 21.48.17   #26
Ray
E' praticamente nato/a qui
 
L'avatar di Ray
 
Data registrazione: 10-08-2005
Messaggi: 7,218
Predefinito

Citazione:
Originalmente inviato da RedWitch Visualizza messaggio
Sono fuori tema sicuramente, ma vista la tranquillita' del forum di questi giorni approfitto e chiedo qui, poi in caso apriamo un post a parte dedicato.

Chiamiamo osservatore quella parte che ci permette di tenerci d'occhio, e che inizialmente permette di cominciare un lavoro di osservazione di noi stessi (per definirlo a me viene da dire che quella parte riesce ad osservare contemporaneamente dall'interno di me e dall'esterno) ed e' in quella parte che poi dovrebbero confluire tutte le piccole parti e che andranno a formare quello che possiamo chiamare Io, la famosa individuazione, giusto?
Il "si deve stare li' " e' cio' che definivi "osservazione attiva " qualche post piu' sopra?
Ed e' questa parte che deve essere mantenuta anche durante le fasi di solve (confusione), in modo da non perdere quel briciolo di individualita'....

Quel che intendevo io nel mio (confuso) post in effetti era altro, e' un po' di tempo che ci sto pensando ma non so se riesco a metterlo ancora in maniera comprensibile.
Quel che crediamo di essere ordinariamente e' dato dall'insieme delle personalita' dominanti giusto? Io mi vedo in un certo modo (sicura/insicura, simpatica o antipatica, brillante o meno etc), e tutte queste parti fanno in modo che mi esprima all'esterno in un certo modo, che abbia in qualche modo dei tratti dominanti diversi per esempio da te, o da altri e nei quali mi riconosco e mi riconoscono gli altri. Quando si comincia un lavoro su di se' queste cose, vengono un po' a mancare, si inizia a vedere che quel che crediamo di essere non e' altro che una parzialita', e andremo ad esplorare altre cose (spesso gli opposti di cio' che avevamo visto fino a quel momento). Ne segue la perdita dei riferimenti.. e quindi la perdita di quella " identita' ' se cosi' possiamo chiamarla che credevamo nostra.. mentre mi sto facendo l'idea che finche' non si cambia completamente, finche' comunque abbiamo certi modi di fare, e di essere (anche se ci stiamo trasformando) quelli non dovrebbero essere persi per strada (nascosti a favore di ulteriori maschere) perche' in quel momento.. quello effettivamente siamo.
Non so se sia vagamente comprensibile...
Il "si deve stare li" era il modo per fornirlo di energia e l'osservazine attiva era il modo di "aspettare" per ottenere un nuovo coagula coerente coi nuovi dati che hanno prodotto il solve. Comunque le due cose sono connesse, certamente.

Il tema dell'identità non è fuori dal tread, proprio perchè ci identifichiamo, tra le altre cose, con quello che sappiamo o crediamo di sapere e la connessa forma mentis. Già il fatto che si parli di "identificarsi" dovrebbe rivelare che non si tratta di identità vera, ma in qualche modo un accontentarsi. D'altronde l'identità va costruita e, come dici bene, spesso si tratta di aggiungere più che togliere.
Se pensiamo ad un meccanismo che troviamo in noi (tramite osservazione) e che valutiamo non adattivo e perciò desideriamo cambiarlo, come facciamo in realtà? Non è che lo sciogliamo subito... resteremmo senza risposte, adeguate o non adeguate, a quella situazione che lo fa scattare. In effetti, anche se in realtà la cosa è un po' più complessa, prima aggiungiamo roba, diciamo risposte alternative (ciucciando un po' di energia all'osservatore se ancora non ne abbiamo altra, ma questo è un altro discorso) e poi cerchiamo di solvere il tutto affinchè si coaguli in un insieme più armonico, nel quale possiamo scegliere la risposta. Ma in questa scelta una delle alternative possibili resta la risposta diadattiva da cui siamo partiti, non è che scompare. Semplicemente non ne siamo più costretti.. o, vista in un altro modo, non ne abbiamo più bisogno.
Ray non è connesso