Citazione:
Originalmente inviato da RedWitch
Propendo anche io per la seconda ipotesi, se l'identità fosse statica, e se è come dicevi successivamente nel post una copia dell'essere.. se fosse statica non avremmo nessuna possibilità di crescita...
Ma per come la vedo, se è vero che l'identità è una divisione, è anche vero che per vivere abbiamo bisogno di questa divisione, qualcosa che delinei i contorni, i confini del nostro essere rispetto a...
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Ecco. Ma più che qualità tipo bella intelligente eccetera, ovvero del come, l'identità parla innanzitutto del chi.
E' la prima divisione... sono tizio e non caio... sono io e non tu. Si parte quindi dall'iniziale senso di alterità. Il percepire qualcosa che NON è me. E' da li che ricaviamo il noi (l'io), per esclusione inizialmente.
Poi per ribadire le differenze (che ad un'attenta analisi e oddervazione di noi stessi e dell'altro sfumano) facciamo a pezzettini anche questo io, escludendo da esso tutto quello che riteniamo non abbia dignità a farne parte, ovvero tutte quelle istanze interne che non ci piacciono. Insomma un processo di rimozione.