18-08-2008, 01.04.57
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#51
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Amministratore
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Citazione:
Originalmente inviato da jezebelius
Giusto per vedere se almeno ci ho capito qualcosa.
Insomma sto senso di colpa deve essere tranciato/tagliuzzato/accettato per poterlo accogliere, poichè ci sono problemi - per la coscienza - ad accettarlo interamente.
Inevitabilmente, in questa divisione, una parte " entra" e quindi viene metabolizzata mentre altra parte, se pur fa parte comunque dell'esperienza, diciamo così vive di vita propria fino al momento di una effettiva integrazione.
Provo a fare un esempio sul pratico.
Ho avuto una esperienza di qualsiasi tipo e quindi posso dire di avere vissuto quella circostanza ma non appieno se non fino al momento in cui, tornando alcuni aspetti - probabilmente irrisolti - scatta il senso di colpa.
Sto senso di colpa può scattare dalla circostanza per cui io non sono stato in grado, in quella situazione, ad esempio di non fare male a Tizio - ho fatto altro invece, gli ho fatto del male - ed ho, quindi, delle difficoltà ad integrare ciò che invece, trovandosi di fuori a spingere, vorrebbe essere integrato.
A sto punto ho due vie. La prima è quella di crogiolarmi nel senso di colpa una volta che arriva ( della serie: avrei dovuto fare così o colà e non l'ho fatto, etc etc ).
La seconda è analizzare questo senso di colpa, scinderlo ulteriormente, poichè forse la parte che ho integrato era più " digeribile" di quella che è rimasta fuori e pertanto ho bisogno di " spacchettare" ciò che è rimasto, per masticarlo ancora; insomma farlo più digeribile.
A quel punto avrò integrato l'esperienza e nello stesso tempo risolto il senso di colpa che ogni volta arriva, col suo impeto, a spingere da fuori per entrare.
Il senso di colpa, allora, come campanello che mi avverte che qualcosa è rimasta fuori e che abbisogna di essere integrata. Sta a me scegliere, se integrarla e quindi lavorare per farlo, o sciegliere di sguazzare nel senso di inettitudine/incapacità che attivo, data l'importanza personale.
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Non ci hai capito molto Jez
Non ho scritto che il senso di colpa deve essere tranciato per poterlo accogliere, ho scritto che tranciamo l'esperienza perchè è troppo grande (o la nostra coscienza troppo ristretta per quell'esperienza) e non riusciamo ad accoglierla tutta, come se mangiassimo troppo per ingordizia e poi la nausea ci portasse a vomitare. La differenza tra il mangiare è l'esperire è che mentre ciò che vomitiamo è eliminato e basta, con quello che non riusciamo ad accogliere/assorbire dell'esperienza abbiamo un conto in sospeso, questo surplus continua a colpirci (senso di colpa) per cercare di entrare ed essere integrato ma noi di questo fatto percepiamo solo ll male come sensazione, il male di una cosa non accettata.
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