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Vecchio 28-09-2008, 20.05.03   #10
jezebelius
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Originalmente inviato da nikelise Visualizza messaggio
Sara' che sono incosciente ma ad immaginare questo scenario dopo un primo turbamento e' subentrata quasi una voglia di rimettersi in gioco , di cambiare tutto e di reinventarsi tutto , una sensazione di liberta' ,quasi una gioia (se non esagero) .
Quanti limiti verrebbero meno! Quante possibilita' in piu' di essere se stessi fino in fondo .
Concordo.
Però a ben guardare non credo che si possa parlare di cambiamento, date queste condizioni, così veloce ne per la società e ne per il singolo.
Intendo dire che può sembrare quasi una ovvietà ma forse bisognerebbe " stazionare " per un po di tempo in una dimensione altra rispetto a quella di benessere cui siamo abituati.
Il problema delle guerre, poi, o di uno scenario apocalittico in genere, come una crisi economica forse è da ricondurre alla incapacità dell'uomo di fare tesoro delle esperienze passate.
Nel primo caso ci si è dimenticati che qualcosa di drastico è accaduto per una serie di motivi e che ha prodotto determinate conseguenze ( dimenticandoci appunto sia dei motivi e sia delle conseguenze! ); nel secondo caso, è presente l'incapacità di vedere una crisi economica come campanello d'allarme..

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Dr. Marc Haven
“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”
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