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Vecchio 05-10-2008, 22.51.05   #1
Ray
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Predefinito La (in)capacità della frustrazione

Sono sdraiato sul divano, è domenica, leggo un libro. Dopo un paio d'ore che è fermo il corpo mi manda un impulso. E' una richiesta, un'istanza di soddisfazione. Vuole delle soddisfazioni. A livello cosciente non me ne accorgo ancora, ma se stessi attento (ma ne accorgo a posteriori) percepirei un lieve calo nell'attenzione con cui leggo. Sono immerso nel libro un po' meno di prima.
La parte istintiva della mente accoglie l'istanza e si mette a ronzare, cercando nel suo database qualcosa di appropriato alla situazione. Quando lo trova spara l'immagine in una zona laterale della mente illuminata dalla coscienza.
La mente, attratta dalla lucina che si è accesa in quella zona laterale, la punta e la illumina per bene. Non sto più leggendo il libro ma il risultato dell'impulso. Mi inganno e prendo il risultato per l'origine, l'effetto per la causa.
Sono convinto di avere voglia di un caffè.

Valuto brevemente la questione. Metto su un piatto della bilancia la soddisfazine promessa e pre-assaporata del caffè e sull'altro piatto l'energia che mi occorre spendere per alzarmi, andare in cucina, prepararlo, aspettare che sia pronto, prendere la tazzina dal mobile, versare il caffè nella tazzina, tirare giù la zuccheriera dallo scaffale, prendere il cucchiaino, mettere lo zucchero, girare, aspettare che la temperatura scenda e bere.
Decido che ne vale la pena... la soddisfazione promessa bilancia e supera l'energia necessaria ad ottenerla. E' un affare. Sono disposto a farlo. Appoggio il libro e mi alzo.

(in realtà la decisione che il costo in termini di energia rispetto alla soddisfazione sia accettabile o addirittura conveniente, è del tutto arbitraria. Il discorso è un po' diverso... l'energia che devo spendere è fornita dalla brama per la soddisfazione, viene rubata ad una riserva che potrei usare coscientemente mentre l'energia che viene dalla soddisfazione va a nutrire direttamente la parte di me che ruba. Parte che non potrebbe utilizzare direttamente l'energia della riserva per nutrirsi. Deve farmi fare sto giro... devo dargliela io).

Quando arrivo in cucina mi rendo conto che non ho zucchero.

La percezione di questo fatto fa immediatamente comprendere alla parte di me che mi ha spinto a volere un caffè che la soddisfazione per la quale ha investito le energie rubate (non ancora tutte) è impossibile da ottenere. Velocissima ruba altre energie e rinvigorisce di tantissimo l'impulso iniziale, consolidando la voglia di caffè.

Lo fa perchè sa che io mi renderei presto conto di una cosa e cioè che mi si presentano due possibilità: primo rinunciare al caffè, secondo investire una quantità di energie molto più alta di quella precedentemente decisa per ottenere la soddisfazione e vestirmi, uscire, prendere la macchina, guidare fino al centro commerciale aperto la domenica, parcheggiare, entrare nel supercoop, cercare lo zucchero, fare la fila, pagare, riprendere la macchina, tornare a casa, cercare parcheggio, salire a casa, spogliarmi e solo a questo punto utilizzare le energie che avevo stabilito in precedenza per preparare il caffè. Soppesato il nuovo affare potrei non trovarlo più tanto conveniente e quindi rinunciare.

Ma quella parte non ha nessuna intenzione di rinunciare alla sua soddisfazione, la vuole costi quel che costi... tanto pago io.

Quindi, quando la mente considera tutto l'ambaradan che dovrei fare per procurarmi lo zucchero è già stata ingannata e chiama questo lavorio "soluzione al problema". Quando l'ha trovata, la parte di me che mi sta muovendo da sotto senza che io lo sappia, usa un po' dell'energia che mi ha rubato per spararmi una leggera soddisfazione, in modo che io goda del fatto di aver trovato una "soluzione al problema". Un buon investimento da parte sua.

(continua)

Ultima modifica di Ray : 05-10-2008 alle ore 22.57.26.
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