Quoto in pieno.
Citazione:
Originalmente inviato da Ray
La differenza, ossia la presenza o meno del rispetto, dipende dalla consapevolezza di quella fame. Se (mi) nego di averla istintivamente pretenderò, se la ammetto busserò (e se c'è buon cibo mi sarà dato).
Se pretenderò cercherò di mostrarmi sopra, se ammetterò mi avvicinerò più umile...
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Questo è un argomento importante. Lo riporto su.
Credo che a seconda di come la nostra sovrastruttura si sia formata e di come poi l'abbiamo costruita successivamente dipenda la presentazione che facciamo di noi.
In tutti i casi per chi spara si tratta di paura del confronto e all'apertura.
Perchè uno che vuole cercare e che desidera imparare dovrebbe averne paura?
ci sarebbere tanti perchè, ma intanto perchè aprirsi significa abbandonare certezze e convinzioni che implicano una immagine di se che proiettiamo nell'altro. Poi perchè quelle stesse convinzioni e certezze sono le colonne portanti di ciò che proiettiamo e vogliamo vedere negli altri, va da se che se non lo vediamo facciamo di tutto per averlo anche costringere l'altro a singolar tenzone.
Se in un particolare caso le aspettative (proiezioni) non vengono adeguatamente rispettate in ogni caso l'immagine residua non è compromettibile e discutibile. Il costo è troppo alto, è rimettersi in gioco.
Automaticamente scatta poi un meccanismo di difesa nell'altro il quale accetta la tenzone... si ma anche questo a che costo?
Si, credo anche io che dietro ci sia la fame, la voglia di crescere nascosta, tanto nascosta, dalla paura di perdersi.. ma per perdersi bisogna essersi trovati.