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Originalmente inviato da loryland
...anche solo un modo di dire"eccomi sono qui e sono forte",una forma leggera di razzismo figlia del sudore e di sacrifici e di rinunce,che deplora i non pari di grado e ti impedisce di sfidarli a singolar tenzone perchè sai che sarebbe come sparare sulla croce rossa e non provi neanche gusto nel ferirli.Solo ad un degno avversario nella lotta puoi riuscire a rubargli il segreto delle sue mosse.Sì credo sia la fame e non alimentare a far scattare la molla.
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Anche in questa circostanza vedo una grande paura. La paura di dover ammettere che anche chi non ha sudato può aver meriti e può insegnare, fosse anche il semplice modo di fare le cose e solo perchè sente che si fanno così. E questo implicherebbe l'ammettere che ci sono strade diverse e percorribili oltre a quella che abbiamo scelto per noi. E' pur sempre una chiusura e soprattutto ci si nega la grande possibilità di scoprire l'animo umano che non si trova scritto da nessuna parte.
Io credo che questo pistolero di cui parla il 3d abbia il più grande limite nel pregiudizio, e nella verbalizzazione della conoscenza, lo scopo è quello di affermarsi all'esterno, di farsi riconoscere, è uno dei suoi bisogni primari pena la sensazione di non esistere , il riconoscimento di quella forza che citi è un falso potere che proietta fuori di se e quindi non lo possiede realmente, ma se anche fosse una ricerca del dignitario di turno non lo troverebbe così... ma troverebbe sempre qualcosa di molto simile energeticamente se non inferiore, mentre "l'alto" (lo virgoletto perchè proprio non trovo altro per inderci meglio che si possa) lo osserva in silenzio (questa in parte è esperienza personale).
Son convinta che l'antagonismo e la competezione sia una cosa buona finchè è sana finchè ha il fine di farsi tirare e spingere, ma quando diventa una sfida di potere decade ogni senso di conoscenza e subentra il gioco del potere.