Citazione:
Originalmente inviato da filoumenanike
la poesia è molto intensa, sembra quasi scritta da una persona adullta, la soffernza ci fa crescere in fretta; purtroppo l'andare veloci è un espediente umano per non fermarci a riflettere, a pensare che l'attimo che vivi potrebbe essere l'ultimo, la prima regola di autodifesa è il credere, infatti, di essere eterni, facciamo come lo struzzo che mette la testa sotto la sabbia per non vedere. la vita è divisa dalla morte da un filo sottilissimo che può spezzarsi facilmente e le riflessioni su questo ci spaventano, preferiamo buttarci in una dimensione edonistica dimenticando tutto...patrizia
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Ciao Patrizia, benvenuta in città
Condivido quello che scrivi ed aggiungo che la dimensione edonistica (la ricerca del piacere come fine ultimo) è la scappatoia per fuggire dalla paura della morte. Dimentichiamo tutto perchè non siamo svegli per ricordare cosa ci accade, come sonnambuli ci muoviamo in un mondo sognato.
Leggendo la poesia mi ha colpito il passaggio:
Faresti meglio a rallentare.
Non danzare così veloce
E' un mettere in guardia, rallentare il ritmo, danzare al ritmo della musica (della vita). Ma se non si ha orecchio è ben difficile danzare a tempo. Si può cercare di far finta ma poi se il ritmo cambia si è fuori tempo comunque.
Il tempo è breve.
La musica non durerà.
Bisogna aver orecchio e se il tempo è breve e la musica non durerà almeno il caschè finale si cerca di farlo a tempo di musica.
Questa ultima frase mi pare un monito che fa leva sulla paura della caducità umana, la dimensione terrena ha questo aspetto temporale. Il tempo è "relativamente" breve. Se non si vive pienamente ogni istante della vita, il tempo passa veloce. Quello che non riusciamo a fare è appunto questo, vivere pienamente ogni istante della vita perchè non siamo svegli. Non è il tempo che ci manca, siamo noi che dormiamo la maggior parte del tempo.