Io credo che nella società di oggi, pur riaffermando quel che avete detto, si sia perso il senso, la misura ed il buon senso.
Non credo che i tre - e con questi voglio indicare pure chi ha avuto il medesimo comportamento e per questo creato vittime su vittime - riusciranno a capire, figurarsi a comprendere, quel che hanno fatto e quello che hanno creato, le conseguenze, quante volte hanno distrutto le loro vittime e chi a queste è collegato e che tutto questo si riversa, azione dopo azione, come una fogna a cielo aperto nella società.
Credo anche e ne sono convinto che non sanno, e non lo sapranno forse mai, dove sta di casa il rispetto, la dignità, cioè quella base per comportamenti che dovrebbero almeno indicare che un uomo è diverso da un animale. Nel caso di questi e dell'esercito di stupidità che rappresentano, sono ottimista se penso che un giorno qualcuno di questi se ne renderà conto.
Comunque qui c'è qualcosa che non funziona.
C'è lo Stato, la giustizia che vanno a rotoli e nessuno fa nulla.
Che società - sono ottimista pure quando ne parlo - oscura la nostra.
Manca la certezza della pena e con questa pecca si fa passare quel messaggio per il quale nel nostro Paese si può fare quel che si vuole, pure dopo un processo che ha condannato il responsabile.
Non c'è, come non c'è quella funzione della giustizia, un sistema carcerario che si incaselli perfettamente per tamponare in prima istanza e risolvere se non definitivamente almeno parzialmente il danno che sti bifolchi hanno causato, e dunque utilizzarlo come elemento e caratteristica fondamentale per cui è di li che deve passare la rieducazione.
Questa che non va confusa con manganellate o atti di prevaricazione, sia chiaro, dovrebbe prevedere invece, secondo me, una reintroduzione di un principio, modificato poi " nel tempo" perché probabilmente non consono alla modernità dei tempi...chissà, cioè quello della pena in funzione del danno arrecato. Anche oggi in un certo senso è così ma mi riferisco ad una reintroduzione di quei luoghi dove si camminava pure, effettivamente, con la palla al piede ( addirittura il peso che il carcerato si portava dietro era più o meno in funzione del reato..commesso) ed in più lavoro - che poi si voglia definire " forzato" è estremo secondo me, posto davanti all'azione commessa - quale dovere giuridico " necessario" per il benessere della collettività....!!
Non so se sia più bifolca la società, come insieme,nel senso più ampio del termine insomma, che non sa punire ed avere il pugno duro quando serve - e poi lo tiene, talvolta, quando non serve o non serve più a nulla..! - o più furbi sti deficienti che domani, comunque, poggeranno lo stesso la testa sul cuscino..