Citazione:
Originalmente inviato da Sole
Provo a ragionarci.
Se in un discorso mi astengo da dire tutto ma dico in qualche modo avvio ad altre domande che possono preparare l'altro ad accogliere l'altro pezzettino, ma tacendo non concedo neppure questa possibilità che poi sarebbe una crescita.
Il tacere è un tenere per me e la comunicazione non essendo solo verbale è come se non comunicassi sinceramente con l'altro, nel non dire invece comunico e metto il tarlo.
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Citazione:
"La verità è una cosa meravigliosa e terribile, e per questo va trattata con molta cautela."
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Quindi potrebbe dirsi che la verità comprende sia il detto che il non detto?
Dovrebbe considerarsi per questo anche, e soprattutto, il non detto?
Con il " detto " insomma, preparo chi riceve ad accogliere o meglio faccio in modo di innescare un processo col quale, e grazie al quale, posso successivamente integrare quel che ho detto precedentemente.
Il " non detto" è in potenza presente ma solo dopo potrà prendere forma.
Da questo punto di vista, posso essere l'artefice di una trasformazione conscio che essendo la verità allo stesso tempo meravigliosa e terribile può far gioire o distruggere. Anche qua, allora, dipende da chi dispensa cosa e quanto poiché dovrà rendersi conto di quanto il ricevente potrà sopportare/accettare.
Citazione:
UNO:
è diverso dire solo quello che uno può accettare (anche fisicamente) da quello che vuole accettare.
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Se per esempio mi rendo conto che Tizio ha la capacità di accettare, per quel momento, 60 e gli do i 60 dipende da lui accettarli tutti in quanto potrebbe trovare in ciò che gli ho dato qualcosa che non gli va giu e la quantità data diverrebbe minore ad esempio la metà?