Citazione:
Originalmente inviato da dafne
io ci ho pensato e ripensato e non sono riuscita a percepire altro che un grosso buco colmo d'ansia che sembrava risucchiare ogni mia energia amplificando dei pensieri..nel momento in cui recepisco il corpo ecco che, per quanto con difficoltà, riesco a gestire questo stato.
|
Ecco. questo dovrebbe dimostrare come siamo prigionieri della mente e non del corpo. Come tra l'altro dice il titolo. Ecco un altro senso del TA... del sapere stare nel corpo e potercisi aggrappare quando occorre.
Quel che succede nella mente in casi come questo è una specie di riverbero. Un pensiero, suggerito dall'ansia, riverbera (si specchia) nella mente e se gli andiamo dietro rimbalza e rimbalza all'infinito, acquistando energia, che ruba a noi, fino a svuotarci.
E non ci accorgiamo che stiamo pensando un pensiero già pensato e che l'azione stessa è del tutto priva di senso.
Tornare nel corpo (nel "qui e ora" non vero, ma nella misura che possiamo) è momentaneamente risolutivo e permette, dopo che siamo bravi ad ancorarci, di esplorare queste cose senza (o quasi) rischio.