Discussione: La Volontà
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Vecchio 26-04-2009, 20.58.19   #38
nikelise
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Originalmente inviato da jezebelius Visualizza messaggio
Mi rendo conto che non mi sono molto chiare queste cose per cui tendo, e tento, di renderli un po meno ostici ed anche un po evidenti.

Intendevo anche quel che ha detto Nike e proprio perchè non l'ho ben chiaro, ho messo giu ne: " il momento da scegliere" piuttosto che: " il momento della scelta", anche se va a finire che per altro modo son collegati. Nel senso più ampio c'è, si, un momento da scegliere nel quale opero ( per ) una scelta

Non so se Ray ne faceva cenno, inserendolo nella capacità di canalizzare l'energia.
Forse, da questo punto di vista - ed è per questo che ho tentato di dividere e puntualizzare le fasi - mi risultava ancora un movimento automatico che prescindeva totalmente dal sacrificio, dalla spinta dell'io verso, appunto, un dinamismo che può sembrare non esserci o anche, addirittura, intrenseco sino al punto da non vederlo.

Sempre per questo verso, allora, momento da scegliere, riprendendo quel che ho detto su cercandone un collegamento un po forzato probabilmente ( poi mi direte ), in quanto arrivo ( io ) a quel punto, alla consapevolezza che è " arrivato".
Un bivio, un punto nel quale posso scegliere - e vi arrivo per una serie di circostanze verso - una cosa, e non sceglierne quindi un'altra e viceversa.
Da ciò, conseguenziale è il " momento della scelta", come ha evidenziato Nike, nel senso di "salto", atto conseguenziale del primo.

Come dire, cercando di fare un esempio, mettiamo il caso che devo lanciarmi da un aereo col paracadute.
Il punto di corrispondenza tra l'aereo e la zona lancio/atterraggio è il momento da scegliere (li decido se lanciarmi o no ).
Tale momento lo intendo conseguenza di una serie di atti e non prescinde da tutto ciò che ho fatto prima per arrivarvi in quanto, appunto, è conseguenziale risultante di tutto ciò che ho fatto per la preparazione al lancio.
Oppure, vi posso comprendere la facoltà di saper valutare le indicazioni che mi hanno insegnato durante il corso di preparazione e che mi consentono di individuare la zona lancio, come ad esempio affidarmi a segnali - come la lucetta verde che appena si accende indica se ci sto sopra a sta zona - per valutare se sono in quel il punto di corrispondenza: il punto " scelta del momento". E via così.
In generale, quel che dicevo sulla possibilità di vederlo, valutarlo e analizzarlo.

Il " momento della scelta", dunque da questo punto di vista, è conseguenziale, cioè scelgo quel momento e non altri, poichè altrimenti posso trovarmi ad atterrare fuori della zona lancio, oltre i confini di questa se attendo più del dovuto o se mi lancio non aspettando la lucetta verde o peggio se non so valutare ed analizzare.

Un non vedente non è detto che non possa lanciarsi ma avrà bisogno di qualcuno che glie lo dica che è arrivato nel punto per farlo!
Posso anche scegliere di non procedere, di non saltare e quindi rimanere "nel momento" che ho indicato sopra, preliminare al secondo, attendendo che l'aereo faccia un altro giro sulla zona per permettermi attraverso una seconda possibilità una nuova valutazione.


Ditemi se si capisce.
La scelta segue un momento conoscitivo , un momento di comprensione alla Ouspenskj o G. .
Arrestando i pensieri o altrimenti si dovrebbe giungere ad un equilibrio tra io e se , cioe' alla Comprensione .
La Comprensione ci porta inevitabilmente ad una scelta di livello piu' elevato e tale da ottenere il meglio per noi e contemporaneamente per gli altri .
Come avviene questo riequilibrio specie se abbiamo pochi attimi per decidere ( anzi l'emergenza aiuta la Comprensione)?
Se ci mettiamo a pensare il bambino annega .
Da una parte c'e' l'io dall'altra c'e' il se.
Il se e' l'inconscio .
Da una parte c'e' l'intuizione (io)
dall'altra l'istinto che fa parte dell'inconscio ed e' un comportamento necessitato regolare e costante:l'istinto di conservazione e di sopravvivenza ci porta in una direzione ma l'intuizione cioe' la comprensione della situazione ci consente di frenare l'istinto e di fare una scelta diversa , se possibile, in base a quella situazione data.
La comprensione di quella situazione avviene dunque attraverso l'intuizione che e' l'emersione a livello conscio di qualcosa di sconosciuto come ad esempio la certezza di potercela fare a salvare il bambino.
L'intuizione dunque e' un momento conoscitivo che ci fa esaminare la concreta situazione e decidere .
In una frazione di secondo l'intuizione consente di capire se e' possibile o meno una data azione se cioe' e' destinata al successo cioe' a portare al doppio beneficio per se' e per gli altri .
Perche' questo e' il fine .
Se non fossi un abile nuotatore dovrei desistere e far prevalere l'istinto di conservazione .
Se non lo faccio ed agisco ugualmente spesso e' perche' prevale sull'io un altro istinto o un archetipo di tipo diverso : l'eroe. il guerriero o altro come per esempio se avessi un padre vigile del fuoco potrei aver ricevuto nell'inconscio individuale la figura di quello che deve assolutamente salvare anche se non ne sono capace.... con esiti infausti.
Grazie all'intuizione chiunque di noi puo' avere momenti di vera volonta' o di scelte moralmente elevate che e' lo stesso .
Ma anche il desistere e' una scelta vera se non sono in grado di fare in base a quella situazione.


Un po' un miscuglio spero sia chiaro .
Volevo distinguere tra intuizione come momento dell'io e istinto : inconscio , il se' .

Ultima modifica di nikelise : 26-04-2009 alle ore 21.00.28.
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