Citazione:
Originalmente inviato da nikelise
C'e' un altro aspetto legato al tempo ed e' la relativita' della sua percezione .
Se il tempo e' legato allo spazio meglio al muoversi dei corpi nello spazio che succede al tempo quando non mi muovo fisicamente
( e per movimento si intende anche una immobilita' relativa come quella del militare costretto in caserma o del ristretto in cella.......chi ha fatto il militare si ricordera' quell'urlo dei nonni '' non ti passa piu' '' che cosa ? il tempo ovvio ).
Se sto chiuso nel mio ufficio avro' una percezione diversa del tempo che se sto sciando o facendo qualcosa di gradevole o altro.
Se parlo con la mia innamorata entro in una dimensione atemporale dove ne' lo spazio ne' il tempo sono percepiti .
Ed allora si entra in un altro campo che e' quello psicologico dove la nozione di tempo varia da psiche psiche da movimento o meno della psiche .
E si apre un altro mondo.
C'entra mi pare la teoria della relativita' che ho provato ad approcciare ma c'e' stato subito il rigetto.
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Questa relatività della percezione è, a mio avviso, relatività della coscienza. Siccome il tempo (così come lo intendiamo) lo aggiungiamo noi alla cosa percepita, a seconda dello stato della coscienza (più o meno addormentata) lo percepiamo diversamente. Tra l'altro, più siamo svegli, più la coscienza si "allarga" più percepiamo, ossia più ci avviciniamo a quella "quarta dimensione" che è la coesistenza di ciò che a noi appare prima e dopo (le mille pagine) e meno percepiamo "il tempo scorrere". Mentre più addormentati siamo, più siamo immersi, la coscienza si restringe e meno ci passa.