Citazione:
Originalmente inviato da Ray
Questa relatività della percezione è, a mio avviso, relatività della coscienza. Siccome il tempo (così come lo intendiamo) lo aggiungiamo noi alla cosa percepita, a seconda dello stato della coscienza (più o meno addormentata) lo percepiamo diversamente. Tra l'altro, più siamo svegli, più la coscienza si "allarga" più percepiamo, ossia più ci avviciniamo a quella "quarta dimensione" che è la coesistenza di ciò che a noi appare prima e dopo (le mille pagine) e meno percepiamo "il tempo scorrere". Mentre più addormentati siamo, più siamo immersi, la coscienza si restringe e meno ci passa.
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L'ha descritta meglio Nike con il movimento. Da un movimento puoi avere o no coscienza, sull'immobilità (se fosse assoluta) no, la coscienza si spegne.