Originalmente inviato da webetina
È verità e detta in un modo affascinante.
La mia formazione analitica, e perdonate se ho solo quella, se non altro è una delle tante voci, vi vede un altro aspetto che non esclude questo punto di vista.
L’ipotesi che tutti nasciamo geneticamente indotti a vedere che il bicchiere è mezzo pieno , in misura più frequente del caso che sia vuoto. Se non fosse così, se veramente facessimo caso a come siamo aleatori in questa vita, che potremmo morire per un nonnulla, che è assolutamente inevitabile che qualche gazzella tra le altre sarà pasto ogni giorno,per le fiere, non credo potremmo fare un qualche ben minimo progetto. Non potremmo mai rilassarci, mai partire per un viaggio in autostrada. La natura ci correda di corazza, per pensare che il nostro progetto sarà possibile , specialmente nel nostro singolo caso. Da qui, la paura della morte è tenuta a freno. È normale che ci sia, e non solo perché è funzionale. Percepiamo cmq la possibilità di morire. L’amore , come la libertà, per esempio, è una di quelle cose che se adeguate nella misura, sostiene molto la corazza protettiva. Quando si sperimenta ripetutamente la sottrazione di tali cose, allora saltano fuori i “geni” del bicchiere mezzo vuoto, e si comincia a vedere più spesso quello. Qui la paura della morte può farla da padrone.Era per dire in merito al quesito di Griselda, che la perdita dell'amore e me sembra che può essere di per se autentica , anche se ,centra, con la paura della morte, comunque, poi.
Hai l'amore? è un bel salvaguardia, ci rende felici, ci fa pensare di meno alla paura di morire.
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