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Vecchio 04-10-2009, 23.02.08   #7
Sole
Conosce ogni vicolo
 
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Citazione:
Originalmente inviato da luke Visualizza messaggio
A mio avviso conta molto il nostro metro di valutazione del merito.
Innanzitutto è molto più facile, almeno per me, credere di meritare un qualcosa di positivo, piuttosto che riconoscere di meritare una punizione.
Quando credo di meritare è perchè penso di aver fatto al meglio quello che io potevo (la stessa cosa fatta allo stesso modo da un altro potrebbe non essere fonte di merito e viceversa), senza essermi risparmiato.
Per le grandi questioni della vita, il chiedi e ti sarà dato, tendo, anzi tendevo, a sostituirmi a Dio ed a pretendere qualcosa perchè, a mio avviso, mi ero comportato bene e avevo diritto al premio.
Oltre a denotare poca umiltà, i miei pensieri piccoli e limitati, credevano di poter giudicare le situazioni meglio di Qualcuno che ha una visione un tantinello più ampia della mia.

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Sono tanto d'accordo con quello che scrivi Luke. Punterei il dito sul pretendere.
Pretendiamo di meritare ciò che in realtà noi stiamo giudicando di noi stessi, ma sarà oggettivo?
Sicuramente non viviamo una società meritocratica eppure io ho visto persone credere tanto in quello che facevano e farlo con tanta passione, interesse e forza da risucire. La tenddenza comune invece è la pretesa la vedo ovunque e l'ho vista anche in me.

Si dice che bisogna stare attenti a chiedere perchè si rischia di ottenerlo. io lo trovo vero , vediamo se riesco a spiegarmi. Se faccio una richiesta che non coincide esattamente con la mia reale volontà ma che deriva da un bisogno del momento e da una scarsa conoscenza del mio interiore, otterrò esattamente ciò che ho chiesto ma che non mi soddisferà tanto da farmi dire che ho meritato la giusta ricopensa. Ma la giusta ricopensa non è tanto un premio ma piuttosto una bilancia che mette in pari le pendenze. Ottengo una ricopensa solo se metto tutto me stesso nella cosa che sto facendo, se il mio impegno è al massimo e davvero non sto pretendendo ma sto facendo. e questo fare è il bussare. Solo così si bussa e sarà aperto.
Se volevo un cioccolatino fondente con tante noccioline spezzettate dentro se mi danno una caramella al cioccolato posso pensare che la mia richeista non era specifica, mirata e ho preteso di essere capita. Pretendere di essere visti con i nostri occhi, con gli occhi dei nostri bisogni.
La pretesa parte anche da un punto di bisogno. Pretendiamo attenzione, importanza e considerazione per cui ci mettiamo nelle condizioni di essere vittime di tutte le mancanze si cui sopra.

Questo è solo un aspetto si può aprofondire ancora di più la cosa pensando ad una frase che girava spesso in forum tempo e faceva più o meno così:: volere ciò che si fa e scegliere ciò che si vuole.
Volere davvero ciò che si chiede e scegliere ciò che si vuole.
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Se non sarò me stesso chi lo sarà per me? E se non ora, quando?
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