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Vecchio 05-10-2009, 18.05.17   #3
luke
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Originalmente inviato da Kael Visualizza messaggio
Un'altra cosa interessante nella metafora è che l'aceto sviluppa un' "anima". Presente quell'ammasso gelatinoso che galleggia in mezzo alla bottiglia? Viene chiamato anche "madre dell'aceto" e ha la possibilità di generare all'infinito, basta solo dargli da bere del buon vino quando l'aceto sta per finire. In tempi brevissimi quel vino sarà trasformato in aceto e al contempo l'anima si ingrosserà sempre di più. Insomma, la cosa ha valenze alchemiche e si ricollega a quelle "moltiplicazioni" di cui tanto parlano gli autori. Quest'anima è viva, "tinge" il vino all'infinito e al contempo assorbe da lui il nutrimento per crescere sempre di più (arriva un momento che bisogna buttarne almeno la metà perchè arriva a riempire da sola quasi tutta la bottiglia..)
Senza di essa comunque i tempi perchè il vino si trasformi in aceto sarebbero di gran lunga superiori.
Si è vero, infatti a casa abbiamo una damigiana con l'aceto contenente la "mamma" da cui travasiamo l'aceto che serve a tavola, in una bottglia più piccola; quando c'è qualche bottiglia dentro cui è rimasto solo poco vino, mio padre mi dice sempre "mettilo all'aceto", cioè nella damigiana grossa con la mamma.


Citazione:
Originalmente inviato da Uno Visualizza messaggio
E quando si dice "sei andato d'aceto" che significa?
Io a volte sento anche "hai preso d'aceto", ma credo sia la stessa cosa, e dovrebbe indicare un incattivimento di una persona, un suo mutamento verso un comportamento acido e scontroso.
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