Discussione: incubi da sveglia
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Vecchio 13-10-2009, 23.27.48   #34
Ray
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Originalmente inviato da luke Visualizza messaggio
Parto dalla fine, è giusta come soluzione ma il problema è , come su altre questioni, che dentro abbiamo una parte che ne ha ancora bisogno e continua a pretendere quanto gli si doveva. Quando si parla ad es di piccoli io ,a mio avviso, vanno considerati tutti i piccoli io che si sono cristallizzati col tempo e che continano a condizionarci fino a che non siamo riusciti a "sistemarli".
Se riuscissimo a coagulare, ad amalgamarli intorno a un centro (un pò quello che stiamo dicendo nell'altro 3d), allora si che potrò dire IO ora non ho più nessun bisogno di questa o quella cosa, e comportarmi di conseguenza.
Fino a che dico io non nè ho più bisogno ma un altro io, che si trova sempre dentro di me, ne ha ancora una voglia matta, è una situazione ancora irrisolta..
Si, il "piccolo io" che ha ancora bisogno (e sempre ne avrà) condiziona te che non ne hai. E finchè lui condiziona te ti cucchi il bisogno suo, viceversa invece...

Bon, qui invece di piccoli io sarebbe maglio parlare di complessi (di piccoli io) che hanno un loro potere di attrazione e in realtà funzionano proprio come l'io, solo che sono meno potenti di norma, o meglio non hanno la forza per stare sempre in primo piano, ma quando vengono stimolati si accendono e funzionano per conto loro. Per integrarli (e quindi risolvere) vanno prima sciolti e spesso un po' alla volta... ma quello che li vede, quello che sta cercando di lavorarci su eccetera è senza bisogno.

So che messa così par di far l'opposto che integrare... ecco che tutti i vari pezzi che devo integrare sono "altro da me"... ecco che mi identifico solo con la parte che lavora (che sia l'osservatore o un inizio di centro o quel che è)... però funziona. All'inizio separare bene ciò che è mescolato è fondamentale, quindi ogni volta che si affronta un complesso di può considerarlo a buon diritto "altro da noi", dato che comunque fa quel che vuole (e con la nostra energia per giunta).

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Originalmente inviato da luke Visualizza messaggio
Sono d'accordo sull'analisi che fai dell'attenzione, specie sul fatto che iperproteggere spesso significhi prendere ( o pretendere) attenzione eccessiva, più che darne. Va inolre fatta, secondo me, anche una distinzione tra attenzione e affetto, concetto quest'ultimo molto più ampio del primo: si può dare affetto anche dicendo due parole al giorno al figlio e di contro stargli addosso tutto il giorno ed in realtà essere totalmente anaffettivi (no sò se si dice così).
Molti non sanno bene cos'è l'affetto tra genitori e figli, io stesso avrei difficoltà a definirlo, e quindi quasi tutto si giostra sull'attenzione e sul suo livello.
Si, ho parlato di attenzione, ma la realtà è che quello di cui tutti i bambini hanno bisogno per crescere sani e diventare indipendenti è amore. Solo che ogni genitore è in grado di amare in relazione a quello che è... e vale lo stesso discorso dell'attenzione sul prendere e sul dare.
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